DISTORSIONI SONORE DEL TERZO MILLENNIO
(Interviste, Recensioni, Approfondimenti)
Pasquale Boffoli
(FaLvision, 2019)

RECENSIONE LIBRO

Pasquale Boffoli è un uomo schietto ed anche un divulgatore di musica, le due caratteristiche fanno sì che i suoi scritti siano improntati in direzioni chiare e nette; non per questo gli manca il gusto dell’ascolto variegato e multiforme, ma proprio per questo le sue direzioni personali sono sempre improntate ad una matrice principale cui è fedele, con deviazioni secondarie affrontate sempre con rigore ed attenzione. È con questo spirito ed un’esperienza pluridecennale che l’autore ha improntato il suo secondo libro Distorsioni Sonore del Terzo Millennio (Interviste, Recensioni, Approfondimenti), alla ricerca di un filo rosso, di un trait d’union nelle espressioni Rock del nuovo millennio. Millennio che ha donato ben poco in termini di qualità, e così nel frastuono di migliaia di voci va scovato quel che c’è di buono e in altri tempi avrebbe avuto più capacità d’imporsi, mentre si trova impegnato a lottare in un panorama dominato dal caos. Sta di fatto che questo libro va pacificamente all’attacco di mode effimere dando il segnale che altri stanno cercando, ovvero il richiamo ad una tradizione culturale che ormai ha 60 anni alle spalle e ancora tenta di intrattenere il pubblico: il Rock. Questo libro è adatto a smontare tutto il contrario dei fatti e di queste premesse, e non lascia indifferenti: anche per i non addetti ai lavori, o amanti di altri tipi di musica, rappresenta una sfida, un punto d’interessante disanima, un insieme di spunti di riflessione, un marasma psichedelicamente stimolante di nomi, date, termini e fatti. La tensione alla raccolta e alla divulgazione si spinge verso tre metodi per dare qualcosa al pubblico (notizie) e agli artisti (notorietà). L’intervista è di certo la più contingente come spettro d’analisi, ma può assumere direzioni più ampie; la recensione è la foto d’un attimo, ma collegata ad altre va a comporre la tessera d’un mosaico; infine la monografia, di tutte e tre è quella che guarda più in larghezza e cerca di fornire materiale storico e l’analisi su di esso più costruita. L’autore e curatore ha una lunga storia che lo rende alieno dal panorama contemporaneo: musicista beat, garage e blues, scrittore rock autore di coraggiose pubblicazioni autonome cartacee (fanzine) degli anni ’70-’80-’90 e poi in diversi siti in rete, ha deciso di costruire un compendio cartaceo della sua opera digitale. Distorsioni Sonore Del Terzo Millennio si scorre con interesse avanti e indietro, e in questo ricorda il luogo di nascita e la gestazione sul sito Distorsioni (vincitore della Targa MEI nel 2014 come miglior web magazine indipendente di informazione e critica musicale italiano) e nella volontà dell’autore di dare spazio anche ad altre voci di collaboratori. Uno spirito che lo avvicina ad una ricerca sociologica, con un taglio attento e rigoroso senza scadere nel trombonesco che molti associano alla vera professionalità: quella di chi cerca la verità, con coerenza, passione e correttezza.

INTERVISTA A PASQUALE BOFFOLI

Pasquale Boffoli lo seguivo da ragazzino su diverse testate rock e musicali online: per una coincidenza più tardi chiesi di collaborare con Distorsioni webmagazine, ignorando ne fosse alla guida. Lo ha diretto fino a poco tempo fa. La sua ottica ha impregnato appieno questo suo libro, Distorsioni Sonore Del Terzo Millennio, che abbiamo recensito in questo portale, uscito ad Aprile 2019 per FaLvision Editore: un lavoro metodico, stringato per andare al cuore delle cose, pieno di conoscenza del settore e radicato da più punti di vista nel rock nelle sue diverse ramificazioni (garage, beat e blues in primis), ma prodigo anche di molte altre differenti sollecitazioni musicali. Gli abbiamo posto alcune domande per approfondire il senso e i contenuti di questo suo secondo lavoro editoriale, che si chiama non a caso come la testata che dirigeva e che ne segue fedelmente la linea editoriale. La lettura di quest’intervista può rappresentare anche una buona introduzione al “mestiere” del libero divulgatore e critico musicale. Buona lettura.

Credo sia interessante la tua idea di raccogliere il proprio materiale e dargli un senso, c’è un filo che lega non solo singole interviste con recensioni e monografie, ma è tutto il libro a dare un senso nuovo al tuo lavoro. Che ne pensi?

Il filo conduttore principale tra interviste, recensioni e monografie è come dice il titolo “il terzo millennio musicale” e quanto secondo me c’è di valido in esso, non necessariamente riguardo artisti, band e generi nuovi come il nome del libro lascerebbe presupporre. Infatti molti contenuti risalgono al secolo (XX) e millennio (secondo) scorsi. Ad essere trattati sono anche tre grandi nomi del passato (ancora però in vita e in attività): non è un paradosso, la loro produzione di qualità nel terzo millennio li parifica nel piano dell’opera alle altre distorsioni sonore più attuali contemplate. La mia è stata una scelta “politica” (se è opportuno usare questo aggettivo) e contenutistica ben precisa, dettata anche da un giudizio molto negativo su tanti fatui e inconsistenti trend musicali di questi primi venti anni dei 2000 (leggi “trap” prima di tutti, “reggaeton” e schifezze simili). Il senso nuovo dato al mio lavoro è proprio l’aver deciso a 67 anni di raccogliere, anche a livello divulgativo (un fattore assolutamente non secondario), quello che ho giudicato essere una parte del mio migliore materiale realizzato in questi venti anni, ma anche scelto tra quello scritto dai miei collaboratori nel web magazine che dirigevo Distorsioni. Materiale riguardante generi ed artisti anche molto diversi tra loro (rock, garage, jazz, musica elettronica, world music etc) con una visione se vuoi utopistica di abbattimento di barriere estetiche mutuata dalla stampa specializzata italiana anni ’70 ed ’80 con cui è avvenuta la mia gavetta e formazione musicale.

Il sostegno dell’editore, quanto è importante e che criteri avete adottato per questo volume?

Bisogna tenere presente che a Bari ma in Puglia in generale per quanto mi risulti non esiste una casa editrice che pubblica saggi e libri in generale sul rock, quindi Luciano Pegorari e FaLvision Editore hanno avuto coraggio ad accettare questo mio progetto, il criterio è stato quasi quello di un esperimento editoriale, gliene sono grato. Il suo sostegno in questo senso è stato fondamentale.

Il perno del libro sono le interviste, ed è divertente che questa sia una sorta di “meta-intervista”. Cosa ti piace dell’intervistare le persone?

“Unìintervista – ho scritto nell’introduzione del libro – rimane la forma ideale per cercare di penetrare il microcosmo artistico e la weltanschauung di un singolo musicista o di una band”. E aggiungo che “molto spesso nelle risposte delle interviste – anche in quelle di questo libro – alle tematiche squisitamente musicali se ne aggiungono molte altre in campo ambientale, sociale, economico, estetico e culturale definendo alla fine degli spaccati a 360° della personalità dell’artista e del contesto generale in cui ha agito”. Al di là di tutto la “curiosità” rimane una componente fondamentale.

Quale è stato il criterio di scelta per esse?

Lo stesso adottato per i contenuti del libro in generale: un’estrema varietà nei generi musicali adottati dalle band e artisti intervistati.

Quelle fatte assieme o interamente da altri collaboratori, erano coordinate prima oppure no?

No, sono state scelte da me tra quelle pubblicate sul web magazine Distorsioni tra il 2012 e il 2019, e su Distorsioni Blogspot tra il 2006 e il 2012.

Cosa cambia fra un’intervista di persona ed una per posta elettronica?

Certamente per e-mail o in rete viene meno un po’ l’afflato fisico e umano diretti. Io non sono e non sono mai stato un giornalista iscritto all’Ordine e inserito nelle dinamiche redazionali di un giornale cartaceo. Sin dagli anni ’70 ho sempre scritto e lavorato in modo autonomo e indipendente relazionandomi alla scena punk ed alternativa prima con le fanzine cartacee (per lungo tempo e affidandomi a Stampa Alternativa) e poi in rete. A partire dagli anni ’90 indubbiamente (e per fortuna) la rete ha offerto a me e a tantissimi altri free lance la possibilità di entrare in contatto in modo diretto, anche se solo virtualmente, con tanti musicisti e band, e di intervistarli.

Cosa passa di un musicista attraverso questo mezzo e non con la sua arte, a tuo parere? C’è uno spazio reale per evidenziarne aspetti più riflessivi e meno legati all’intrattenimento senza scadere nel culto spicciolo della personalità?

Se ti riferisci al mezzo dell’intervista la mia risposta è già contenuta in quella alla tua terza domanda. Il culto spicciolo della personalità è più una prerogativa dei fan di un artista o di una band che di un’intervista, a meno che chi intervista è a sua volta un fan inossidabile e fa delle sue domande (e succede spesso) solo un mezzo per contrabbandare un culto spicciolo della personalità.

A proposito delle recensioni e delle monografie: guardando retrospettivamente, cosa noti della tua scrittura e nel modo di analizzare i dischi?

Ho deciso di inserire nel libro anche recensioni e monografie (mie e di miei collaboratori) perché ho ritenuto potessero interagire con le interviste, specialmente se si riferiscono ad uno stesso nome – succede spesso nel libro – costituendo alla fine una visione più completa dello stesso musicista. Chiaramente gli articoli sono stati scritti in tempi ed anni diversi e ne risentono nello stile, nel modo di analizzare un disco, nel porsi di fronte ad una band, nelle stesse modalità espressive. In generale ritengo la mia scrittura con gli anni sia diventata naturalmente più asciutta, senza fronzoli, meno farraginosa ed ampollosa, più attenta ad andare al cuore dei concetti che si vogliono esprimere.

Se hai avuto modo di parlarne con loro, i lettori si ritrovano sui tuoi pareri e consigli?

A volte sì, molte altre no.

Cos’è cambiato fra il modo di recensire del passato prima della bolla informatica e dopo? Io leggo molta impreparazione rispetto ad allora: linguistica e purtroppo, anche ortografica e di conoscenza settoriale.

Sono d’accordo con te, ma anche a prescindere dalla bolla informatica.

La monografia è in fondo, una lunga ed elaborata recensione. Lo faresti un libro di monografie?

Non so se una monografia sia una lunga ed elaborata recensione. Forse lo è. Sì, lo farei un libro di monografie.

E a livello storico, un bilancio di questo primo scorcio di millennio è complessivamente positivo o negativo?

Complessivamente è positivo.

Cosa pensi che cambia essere musicista, giornalista e ascoltatore rispetto all’approccio di altri colleghi che non lo sono?

Come ti ho risposto più su, non sono un giornalista iscritto all’ordine, esprimo la mia passione per il rock da sempre dagli anni ’70 anche scrivendone. Ho la fortuna di poter esprimermi anche cantando, suonando, e sinceramente non immagino cosa possa cambiare per altre persone che ne scrivono soltanto. Di certo io amo fare tutte e due le cose, sono modi diversi per comunicare una grande passione.

Spero che il libro stia andando bene, c’è bisogno di editoria di questo tipo, e FaLvision è stata anche coraggiosa in questa scelta. Raccoglieresti altro materiale per un’operazione simile?

Hai ragione. È lo stesso concetto che ho espresso nel risponderti alla seconda domanda. È un po’ presto per capire come sta andando il libro, l’operazione e le vendite. In linea di massima sì, raccoglierei altro materiale scritto (e ne scriverei di nuovo), anche per un altro libro sempre sul rock e a carattere musicale con tematiche e titolo diversi, e non è detto che non lo faccia. Sempre sperando di trovare un editore coraggioso disponibile a pubblicarlo. Ora però sto scrivendo un libro monografico su un “grandissimo” del rock.

Luca Volpe

Artisti trattati nel libro: Tom Waits, David Bowie, Italia Occulta, The Cramps, Robyn Hitchcock, No Strange, Brian Wilson, Ariel Pink, Roberto Ottaviano, Peter Perrett, The Chrome Cranks, Misty Lane/Teen Records, Nick Cave & The Bad Seeds, Ivan Iusco/Minus Habens Records, World Music, Ulan Bator, John Mayall, Eric Burdon, Twink, Scott Walker, Aidan Smith, Baby Woodrose, Suicide, Chesterfield Kings, Ian Svenonius, Immortal Lee County Killers, The Kartoons, Judah Bauer, Simona Armenise, Sparklehorse, Tex Perkins, Bevis Frond, Rudi Protrudi, Arto Lindsay, Teho Teardo, The Maggots.

Link casa editrice: FaLvision Editore