CORDE OBLIQUE
"The Moon Is A Dry Bone"
(Dark Vinyl, 2020)

A distanza di due anni da Back Through The Liquid Mirror, Riccardo Prencipe pubblica un nuovo album con la sua creatura Corde Oblique intitolato The Moon Is A Dry Bone rilasciato come il precedente dall’etichetta tedesca Dark Vinyl. Recensire un loro disco non è un compito facile soprattutto per l’inclassificabile genere musicale proposto; parlerei piuttosto di musica che va ascoltata e di qualità, pregi che vanno ad arricchire ulteriormente l’attuale scena della città di Napoli, espressione esistenziale nelle canzoni dell’ensemble. Napoli riunisce nella sua visceralità elementi affini alla musica, mistero fascino magia amore dolore … componenti che troviamo all’interno di questo lavoro come se nelle due parti dei mantra di Almost Blue si aprisse per poi chiudersi un cerchio. Tra violini, piano, percussioni e moderati arpeggi non mancano momenti impulsivi come nella title-track, brano alla Fall dove la voce di Rita Saviano evoca demoni interiori. La parte vocale è la componente principale di The Moon Is A Dry Bone e i diversi ospiti che si alternano nel cantato fanno da filo conduttore in tutte le composizioni. La profondità di Andrea Chimenti in La Strada, le narrazioni di Maddalena Crippa in La Casa Del Ponte e la voce autoritaria di Miro Sassolini in Il Terzo Suono hanno la capacità di saper trasportare le nostre sensibilità in interminabili sogni proprio come il luogo di provenienza del gruppo, fermo, senza tempo tra Le Torri Di Maddaloni cantata dall’artista bulgara Denitza Seraphim ed Herculaneum. La sacralità vive di arcane ambientazioni radicate nel tessuto sociale tra rituali pagani ed esasperazione dell’immagine. Sergio Panarella e Caterina Pontrandolfo si aggiungono al nutrito parterre di ospiti ed è fuori dubbio che ci troviamo di fronte ad uno dei dischi più intensi e ricchi di pathos degli ultimi anni. Lontani da qualsiasi pregiudizio le Corde Oblique riescono a colorare il silenzio e si sa, l’arte è capace di soccombere ai pesi dell’anima rispecchiandosi metaforicamente in se stessa.

Luca Sponzilli