WADADA LEO SMITH
"String Quartets Nos. 1-12"
"The Emerald Duets"
(Tum, 2022)

Il grande trombettista e compositore di Chicago Wadada Leo Smith, all’età di 81 anni sempre in continua inarrestabile prolifica creatività, ritorna (ma in verità non è mai uscito dalla scena discografica) con la sua serie copiosa di due cofanetti, pubblicati anche stavolta come per i precedenti cofanetti da 3 CD, Trumpet e Sacred Ceremonies, dalla etichetta finlandese Tum Records. Adesso però il lavoro si amplia, vengono infatti fuori un cofanetto di 7 CD contenenti 12 composizioni per quartetto d’archi con l’aggiunta in alcune parti di altri strumenti tra cui la tromba dello stesso compositore Leo Smith, ed un altro cofanetto di 5 CD contenenti i duo di Leo Smith con 4 differenti storici batteristi della scena free jazz internazionale, nell’ordine Pheeroan akLaff, Andrew Cyrille, Han Bennink e Jack DeJohnette, quest’ultimo presente negli ultimi due CD.

Nel primo dei due cofanetti il quartetto d’archi RedKoral Quartet, formato da giovani musicisti, esegue le lunghe composizioni di Leo Smith ispirate all’esperienza sociale degli afroamericani, la maggior parte delle quali recano i titoli con i nomi di compositori di una storia ricostruita in forma trasversale attraverso i loro richiami (Luois Armstrong, Billie Holiday, Bessie Smith, Ma Rainey, solo per citare i più conosciuti). Il flusso musicale, che come ci tiene a precisare lo stesso Leo Smith nel comunicato stampa, non è un racconto storico ma la ricerca di un’esperienza fisiologica e culturale, avviene lungo lo scorrere di elementi che sembrano combinarsi e ripetersi in modo ciclico ma che in verità, come nella contingenza casuale degli avvenimenti storici, non sono mai identici l’uno all’altro, anche per la mancanza di un centro tonale che faccia da punto di riferimento di una potenziale narrazione.

In questo senso, le 12 composizioni, oltre che per l’evidente formazione per cui sono state concepite, il quartetto d’archi, si avvicinano alla tradizione avanguardistica dodecafonica europea, cui sono aggiunti comunque elementi del free jazz afroamericano. Di quest’ultimo è invece la matrice e la concezione della musica dei 5 CD del secondo cofanetto, con i 4 batteristi sopra menzionati che fanno da contraltare alla tromba di Leo Smith con variazioni quasi infinitesimali di dinamiche ed intensità del suono inteso come forma di “contenimento del silenzio”, come espressione di libertà che viene fuori dalle possibilità stesse che concede il silenzio. Qui, a differenza che nelle 12 composizioni per quartetto, la scrittura cede il posto all’improvvisazione. È come se dal percorso rievocativo di una storia ricostruita minuziosamente in maniera trasversale si sia passati ad un’apertura di libertà per il futuro.

Sergio Spampinato

 

String Quartets Nos. 1-12

The Emerald Duets