SPARKLE IN GREY
The Calendar"
(Gattolino / Grey Sparkle / Lizard / Moving Records & Comics / Old Bycicle Records / Under My Bed, 2014)

Sparkley In GreyUno strano calendario che coniuga musicalità inattese e astratte visioni: l’album degli Sparkle In Grey si presenta come un tentativo di unificare a sonorità neoclassiche un immaginario ancora più antico. Un immaginario di tradizione medievale, quello dei cosiddetti “bestiari”, abilmente richiamato in modo da abbinare ogni singola traccia ad un mese e un particolare animale “guida”. Il progetto nasce dall’obiettivo di suggerire ai fruitori dell’opera un modo di vivere più semplice e naturale (quell’aspetto di ferinità cui allude, per l’appunto, la caratterizzazione dei suddetti animali guida), fino a una purificazione del concetto e del modo dell’esistenza stessa. Il risultato è decisamente interessante ed originale …

Le musiche che compongono quest’ambiziosa opera si traducono in una delirante ibridazione tra veri e propri specchi per le allodole e allusive melodie. Le sonorità si districano in uno schema elegante, dove l’incipit decade, dopo qualche giro, in mantra sospesi e indefiniti, spinti a concludere e delineare le ambientazioni cui la musica stessa fa da colonna sonora … Gli Sparkle In Grey, nati come progetto elettronico ad opera di Matteo Hue Uggeri, durante i “ben 15 anni” di operato, hanno ampliato l’organico, così da rendere più variegata la gamma di suono e la possibilità di varianti strumentali: il risultato si colloca tra i Meravigliosi Clogs, più sperimentali, e gli italianissimi e mai adeguatamente apprezzati Gatto Ciliegia e il Grande Freddo. Un’ottima prova di maturità e disinteresse per il mainstream, che troppo spesso, inevitabilmente, finisce per svilire progetti pure assai interessanti, devitalizzandone la necessità espressiva. Come dicevo in principio, un risultato interessante che si fa ascoltare bene anche nei momenti più ostici per le orecchie meno avvezze: una carezza che stimola l’udito con pungoli che quasi si accostano al noise, eseguiti con strumenti classici miscelati a suoni (talvolta rumori) ambientali che facilitano una più moderna resa. Bravi, davvero bravi …

Egon Viqve