IN THE NURSERY 
(Parma, 2 novembre 2019)

L’unica data del concerto degli In The Nursery in Italia era senza dubbio una delle più attese da chi, come me, è cresciuto con le sonorità ricercate e nervose del post-punk. Un vero e proprio evento ancor prima che un concerto, che ha richiamato centinaia di “adepti” e appassionati accorsi nella straordinaria cornice del Teatro Farnese di Parma, occasione unica per vedere in azione i gemelli Klive e Nigel Humberstone, la vocalist Dolores Marguerite C. e gli strumentisti che hanno accompagnato la band. L’evento è stato proposto nell’ambito dei Festival “Il Rumore Del Lutto” e “Natura Dèi Teatri”, in collaborazione con le associazioni “Segnali Di Vita” e “Lenz Fondazione”, dall’organizzazione ENDE NOCTE, dando vita ad una serata emozionante. L’occasione è nata dalla pubblicazione, nel mese di ottobre, dell’album The Seashell & The Clergyman, ennesimo lavoro di una serie di release incentrate su film muti; datato 1928, considerato uno dei primi lungometraggi surrealisti, diretto da Germaine Dulac da un soggetto di Antonin Artaud, ha come tematica il difficile rapporto tra la donna e la società maschilista. Parma e gli In The Nursery, un incontro perfetto, reso ancora più magico dalla straordinaria location del Teatro Farnese, vero gioiello del Barocco. Teatro di corte dei duchi di Parma e Piacenza, venne fatto costruire a partire dal 1618 da Ranuccio I, duca di Parma e Piacenza, che intendeva celebrare con uno spettacolo teatrale la sosta a Parma del granduca di Toscana, Cosimo II. La realizzazione dell’opera venne affidata all’architetto Giovan Battista Aleotti, detto l’Argenta, il teatro venne completato poi nell’autunno del 1618 e dedicato a Bellona, dea della guerra.

Con questi presupposti non poteva che nascere una serata unica. La band ha proposto brani nuovi e vecchi dal suo repertorio, ripercorrendo le traccie più significative della loro lunga carriera artistica. Tanti i lavori che potremmo segnalare, Twins, Koda, L’Esprit, Sense, solo per citarne alcuni. La band, iniziando il suo percorso con sonorità di matrice post-punk, ha poi evoluto la propria ricerca con sperimentazioni sempre più avanguardiste, unendo magistralmente sinfonie orchestrali, ritmi marziali ed atmosfere eteree. Durante tutto lo show band e pubblico si alternando come creando un rapporto empatico che trova il suo culmine negli applausi al termine di ogni performance, tripudio ad una band che non è mai scesa a compromessi, mantenendo sempre creativo ed evocativo il proprio suono, incrocio perfetto tra rigore formale ed estetica neoclassica. I brani si susseguono come in una sinfonia regalando emozioni e ricordi, grazie anche all’unione di una strumentazione classica e digitale che è da sempre punto di forza della band di Sheffield.

Dopo l’applauso finale al termine della serata il pubblico si ritrova nella piccola chiesa barocca di San Tiburzio per l’aftershow, davvero suggestiva, e noi di Frastuoni Magazine non siamo da meno. Presente la band, a farci ballare ci pensano Marco Pipitone e Aldo, con una selezione che spazia tra classici ed elettronica. Giusto epilogo di una serata unica.

Mark Frastuoni