CAPOLAVORI MUSICALI SENZA TEMPO
TOM PETTY AND THE HEARTBREAKERS
“ECHO”
(Warner Bros Records, 1999)

Echo occupa un posto particolare nella discografia di Tom Petty. L’album esce nel 1999 a sugello della fruttuosa collaborazione con il titolato produttore Rick Rubin e ripropone il classico sound degli Heartbreakers al meglio delle loro possibilità. Un sound che risulta, per tutta la durata del disco, compatto, diretto, chitarristico, convincente e che non sente affatto il bisogno di allontanarsi dalle solide radici musicali che da circa trent’anni contraddistinguono l’arte di questo musicista. Ma non è solo per il suo suono genuino che questo importante disco si fa ricordare ed apprezzare dagli estimatori di Petty. Durante la lavorazione di Echo, Tom è in crisi ed è in preda ad una profonda depressione a causa della prematura fine del ventennale matrimonio con sua moglie Jane. Alcuni brani del disco esprimono così tormenti, passioni e tristi emozioni nei confronti dell’amore perduto.

In particolare i testi, spesso introspettivi, parlano di separazione, di addii e della conflittualità della vita. Straziante in questo senso il brano che intitola l’intera opera, forse una lettera d’addio alla moglie, presentata sotto forma di una lunga e lenta ballata cantata da un uomo trafitto nell’animo e tradito dagli ideali in cui credeva. Accanto alla title track vi sono una serie di brani lenti caratterizzati da sonorità delicate, da stacchi continui come fossero invocazioni e da spiccati accenti romantici. L’iniziale Room At The Top, la desolata Lonesome Sundown e la straziante One More Day, One More Night mostrano un autore confidenziale alle prese con una serie di ballate splendide per costruzione ed interpretazione.

Ma Tom non perde il buon umore che da sempre lo contraddistingue, e, una volta assodato che per affrontare la vita e i sogni infranti ci vuole una pelle da rinoceronte, rimette nelle mani del rock’n’roll la possibilità di esprimersi, comunicare e resistere. Per questo il riff classico della coinvolgente Free Girl Now ricorda volutamente i Kinks di You Really Got Me o gli Who di I Can’t Explain e non è difficile intuire a quale ragazza libera lui faccia riferimento. Un brano importante, un piccolo classico pettyano che frequentemente concludeva i brillanti concerti americani del lungo tour che fece seguito all’uscita del disco, testimoniati poi sul DVD “High Grass Dogs”.

Le danno man forte con la loro carica Won’t Last Long, About To Give Out e I Don’t Wanna Fight cantata eccezionalmente dal fido Mike Campbell mentre Accused Of Love e This One’s For Me sono gli abituali omaggi offerti al folk rock di stampo byrdsiano. Petty, che sin da ragazzo era appassionato di film western, non scorda di citare in Billy The Kid l’immagine del vecchio fuorilegge che nel contesto assurge a simbolo di tutti i perdenti. Rimane da citare, con l’amaro in bocca, la splendida Swingin’, un lungo brano ricco di assoli che si discosta dalle tematiche di fondo di Echo ma che ci permette di ascoltare per l’ultima volta su disco le harmony vocals del grande Howie Epstein, il talentuoso bassista tuttofare degli Heartbreakers, che nel 2003, dopo essere stato allontanato dalla band a causa della sua dipendenza cronica dalla droga, morirà per overdose. Un’altra perdita pesante, casualmente anticipata dalla grigia foto di copertina dove Epstein non compare, durissima da accettare per Tom Petty e la sua band, e che circonda maggiormente Echo di tristi presagi senza però scalfirne minimamente la sua ricca intensità emotiva.

Marco Galvagni

 

Tom Petty

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Room At The Top

Free Girl Now

Swingin’

One More Day, One More Night