NUN
"S/T"
(HoZac, 2015)

NunAncora Australia, ancora Melbourne e ancora HoZac. La benemerita etichetta americana prosegue la sua caccia ai “nuovi” suoni di matrice elettronica ed istinto punk che negli ultimi tempi stanno inondando il lontano continente dando un degno seguito al 7″ dei Repairs di cui abbiamo già tessuto le lodi lo scorso mese. I Nun avevano all’attivo un solo singolo uscito tre anni or sono per una piccola etichetta locale, la Nihilistic Orbs (un nome un programma), dal quale, questo omonimo esordio nel “lungo” formato, non si discosta molto in termini musicali. La band si compone di Steven Harris, Hugh Young e Tom Hardisty, la prima, unica presenza femminile nel gruppo, addetta ai microfoni, i restanti a dimenarsi tra synth e drum machine. Nei dieci affreschi, dalla struttura al quanto scarna, che compongono l’album, i synth la fanno da padrone, marcati implacabilmente da una tensione punk, una ritmica più o meno serrata ed una vena pop dal piacevole retrogusto.

L’ombrosa copertina nonché gli espliciti rimandi all’horror di titoli quali Cronenberg, già sul 7″ d’esordio, preannunciano in maniera chiara i contenuti cupi e nervosi dei brani, introdotti da una Immersion, il cui incedere malsano riporta alla mente i padri dell’industrial. È con l’incalzante andatura robotica della successiva (Evoke The Sleep), però, che si entra nel vivo del disco. Da questo momento, la ritmica sostenuta, scandita dalla drum machine, farà da tappeto, per l’intera durata, ad una serie di innesti sonici quali: mood disturbati e ipnotici (Kino), scheletriche frustate synth-pop (Suppress Electricity), incubi degenerati che si schiudono ad enfatici passaggi (Subway), tuffi in circuiti del passato (Gary Newman) magistralmente riproposti (Uri Geller, personaggio degli anni ’70 che sosteneva di avere poteri telecinetici), ancora anestetici rimandi ai Throbbing Gristle (Cronenberg), acidi ipnotismi (Lost Souls), inquietanti spettralità (Terror Maze) e per finire un tuffo in un malinconico abisso (In Blood) da cui sarà dura venirne fuori.

Spero di aver reso l’idea!

Salvatore Lobosco