KOTIOMKIN
"Squartami Tutta (Black Emanuelle Goes To Hell)"
(Subsound, 2016)

L’impatto con il trio abruzzese, formato da Enzo P. Zeder (basso), Davide Di Biagio (chitarra) e Gianni Narcisi (batteria) sprigiona sfumature grottesche, pressoché surreali già dal nome, che rievoca “Il Secondo Tragico Fantozzi” e la proiezione nel mezzo di una paradossale riunione aziendale della storpiatura parodistica de “La Corazzata Potëmkin”, opera del regista russo Sergej M. Ejzenstejnde; remake comico che nella pellicola diretta da Luciano Salce prende vita con il titolo “La Corazzata Kotiomkin”.
Una creatività musicale a tinte filo-cinematografiche, proiettata liberamente verso un immaginario “verista” della band, palese sin dall’album d’esordio del 2014, Maciste Nell’Inferno Dei Morti Viventi, titolo ispirato sia al personaggio filmico di Maciste creato dal poeta Gabriele D’Annunzio sul nascere del ‘900, che a “Virus – L’Inferno Dei Morti Viventi” fanta-horror b-movie, con soundtrack dei Goblin, datato 1980, refrain che i nostri ripropongono senza esitazioni in Squartami Tutta (Black Emanuelle Goes To Hell), rielaborazione a briglie sciolte in chiave sonora della cine-serie erotica italiana anni ’70/’80 Emanuelle Nera, interpretata perlopiù dalla splendida Laura Gemser e della quale il regista romano Aristide Massaccesi, alias Joe D’Amato, legittimamente citato con dedica dal gruppo all’interno del digipack, fu artefice principale.

Il coinvolgente pattern sonoro dei nostri si eleva, snodandosi nell’arco di poco oltre 47 minuti, sulla scorta di una sinistra trama: “Inquietanti delitti sconvolgono la città. Sul corpo delle vittime viene trovato un simbolo che riconduce alla “Setta del Dio Kito”, un’organizzazione segreta con a capo un albino di nome O’Hara. Il commissario Frank Baiocchi (detto Prunella Ballor) decide di coinvolgere la famosa fotoreporter Emanuelle con l’intento di farla infiltrare tra gli adepti del culto e arrivare così al loro leader. Sarà un tremendo viaggio allucinato in giro per il mondo che, tra rituali esoterici, orge e droghe psichedeliche, metterà a dura prova la salute mentale della disinibita giornalista portandola fino alle porte dell’inferno.”.

Il boomerang sonoro targato Kotiomkin è un cocktail avvincente che in otto tracce fonde stoner, prog rock ed atmosfere che profumano di film poliziotteschi anni ’70, matrice evidente sin dall’opener Delitto All’Ippopotamo, con ridondanze forse ancora più progressive nell’intensa cavalcata Emanuelle: Fotoreporter Disinibita, che culmina nell’eloquente frase “Fottimi cannibale! Fottimi!” della Gemser, il sound di Prunella Balor catapulta prepotentemente nel cinema di genere italiano made in seventies, mentre gli oltre sei minuti de Il Simbolo Di Kito, lasciano imperiosamente spazio a risonanze doom di sabbathiana memoria. Bordate di stampo stoner/doom, danno vita anche a O’Hara “L’Albino”, illuminata da un sorprendente guizzo finale, mentre in El Queso Del Diablo,traccia più lunga del disco (oltre 9 minuti) variegate vibrazioni occult electro prog sposano vampate stoner e l’anch’essa “stonerizzata” Orgia Rituale ha il sapore di un compatto, tenebroso ed appassionante excursus nel mondo delle soundtrack horror settantiane, prologo alle occulte deflagrazioni effuse da Black Emanuelle Goes To Hell, magistrale epilogo del disco.

Plumbeo, a tratti detonante, tributo musicale ai b-movie che lascerà sicuramente soddisfatti gli appassionati del genere.

Luciano De Crescenzo