CRAMPO EIGHTEEN
"Mojo Bag"
(Autoprodotto, 2020)

Il “Mojo Bag” è un piccolo kit contenente gli accessori cari alla tradizione americana maledetta del voodoo (zampe di gallina, etc.) ed è su una falsariga musicale stoner tutta americana che si muove questo terzo sforzo di Crampo Eighteen, pur con un sotteso e soffuso mood psichedelico che non abbandona la maggior parte degli otto brani (Harrison, Down To Mexico, Mojo Bag, Oxy Blues). L’ipnotica chitarra ritmica di Luca Stero è una costante del disco sulla quale quella solista di Nino Colaianni tesse variazioni epiche e psychogene. Ed è proprio questo assetto da band seriale, completato dalla sezione ritmica di danza (bass) e Sardiello (drums) sempre efficace, che riporta la memoria, a macchia di leopardo, il grunge degli Screaming Trees (nelle chitarre intrecciate e sovraincise e negli sviluppi armonici ed epici di Gimme Sugar), e che differenzia Mojo Bag dai due precedenti episodi usciti nel 2016 e nel 2018.

Non siamo alle prese con uno stoner cieco e pedissequo: a dimostrarlo il progressivo incidere, subdolo e intrigante, dalla triade di brani iniziale Harrison/Down To Mexico/Mojo Bag. Ad avvolgere l’ascoltatore è anche la voce del leader Nino Colaianni, quieta, allusiva e a tratti minacciosa. La bontà e varietà del disco è ribadita dal dinamismo rock della seconda parte (I’ll Be Good, You Bettter Run) sino alla veloce Devil’s Hand che pare, soprattutto all’inizio, ispirarsi in modo sorprendente all’acida White Light White Heat targata Velvet Underground. A chiudere brillantemente il disco è l’orientaleggiante, già citata, bellissima Gimme Sugar, in cui paiono fondersi tradizione psichedelica e hard rock da manuale.

Mojo Bag cresce in qualità ad ogni ascolto. Interessante questa valigetta voodoo, da maneggiare comunque con prudenza!

Pasquale Boffoli

 

Abbiamo avuto in pre-ascolto il nuovo lavoro, il terzo, di Crampo Eighteen, moniker del chitarrista/cantante/compositore barese Nino Colaianni, ex fondatore degli storici That’s All Folks! (garager psichedelici baresi) ed unico factotum e produttore del progetto, partito nel 2016 con The Man With One Ear e proseguito nel 2018 con Monkey Garden, tra stoner, psichedelia e sprazzi di blues. Mojo Bag uscirà nel 2021 su vinile. Pare quindi Crampo Eighteen una solida certezza da qualche biennio in una scena cittadina rock discontinua e incerta. Ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda a Nino Colaianni.

 

INTERVISTA A CRAMPO EIGHTEEN

Pasquale Boffoli: Ciao Nino, con Mojo Bag per la prima volta hai messo a punto per accompagnarti una vera e propria band. Ci dici qualcosa a riguardo?

Nino Colaianni: Sì, dopo due dischi all’insegna di collaborazioni esterne e sotto la spinta di alcuni miei amici musicisti Mojo Bag prevede una band: Luca Stero alla chitarra ritmica, Michele Danza al basso (ed organo in Gimme Sugar) e Vanni Sardiello alla batteria. Gli otto brani sono stati registrati a Bari, al Lucky Recordings di Marcello Magro.

Pasquale Boffoli: Ci racconti qualcosa sulla realizzazione di Mojo Bag e sui suoi contenuti? C’è un’evoluzione rispetto i tuoi due dischi precedenti?

Nino Colaianni: Così come i miei due lavori passati Crampo Eighteen in Mojo Bag non è partito da un concetto studiato a tavolino né si può parlare di un’evoluzione attraverso i tre dischi. Comincia a comporre, a suonare e poi tutto viene fuori da sé pian pianino; il mio insomma è un work in progress. Anche le mie influenze musicali (Screaming Trees prima di tutto, poi il suo ex leader Mark Lanegan e Nick Cave & The Bad Seeds) sono molto subliminali.

Pasquale Boffoli: L’origine del tuo moniker Crampo Eighteen?

Nino Colaianni: Molto semplice: un mio amico mi diede il soprannome “crampo”, io ci ho aggiunto intimi Eighteen perché suonava bene.

Pasquale Boffoli: Sei l’autore di tutte le musiche e dei testi? Quali tematiche affronti?

Nino Colaianni: Niente politica o temi sociali, solo stati d’animo umani primari: amore, dolore, etc. e sempre da osservatore esterno, mai in prima persona.

Pasquale Boffoli: Questa seconda ondata covid (e la prima) hanno in qualche modo influenzato il contemporaneo concepimento di Mojo Bag?

Nino Colaianni: Non in modo particolare, come tutti gli altri musicisti baresi abbiamo sofferto la mancanza di possibilità di performances live e anche per qualche concerto programmato venuto meno. Ne abbiamo approfittato (io, Luca, Michele, Vanni) per chiuderci in studio di registrazione lavorare di fino agli arrangiamenti degli otto brani e al loro arricchimento musicale.

Pasquale Boffoli: Quali sono i rapporti di Crampo Eighteen con l’ambiente rock barese?

Nino Colaianni: Pochi, solo con tre o quattro band affini per genere musicale con le quali abbiamo suonato insieme in qualche concerto.