GEOMETRIC VISION
"Dream"
(Swiss Dark Night, 2012)

Geometric VisionUn suono chiaro/scuro, bello e sconcertante che riesce ad appassionare. Anzi, a colpire. La Napoli oscura ha generato i Geometric Vision, tre appassionati di musica, prima ancora che musicisti: elemento indispensabile se si vuole comporre ed eseguire musica di un certo livello qualitativo. Il trio ha creduto in un progetto che ricrea, in chiave ammodernata, quell0onda fredda e minimale che rimanda molto alla tradizione francese di un tempo o tedesca di oggi, ma che sa proporre risonanze – esteriormente classiche o vintage – con occhi, mente e cuore attuali.

Nati nel 2012 da un’idea dell’infaticabile Ago Giordano, cantante e autore dei testi (ben noto nell’underground partenopeo per essere un organizzatore di eventi, disk-jockey e membro di altri progetti musicali), i Geometric Vision hanno dato alle stampe il loro primo disco dal titolo benaugurale Dream, prodotto dalla Swiss Dark Night, la lungimirante etichetta indipendente che, già da qualche anno, si occupa di promuovere la rock-scene più oscura, giovane e contemporanea e che, a ben vedere, ha creduto nel progetto Geometric Vision. Il disco attinge a un’idea di fondo ben radicata nei gusti e nelle capacità musicali dei tre elementi della band che dà vita a 10 tracce musicali sapientemente poste in sequenza e accomunate dalla plastica voce, sognante e a tratti sinistra, del vocalist in un unicum che ci lascia piacevolmente sorpresi. Come l’incedere rapido e deciso di una sorgente che crea diversi torrenti, ognuno in piena, il disco comincia con la felpata Chant D’Automne, tratta dall’omonima poesia di Baudelaire (che ben crea l’atmosfera di tutto il disco) e prosegue con la nerissima Solitude Of The Trees, brano riconducibile al migliore post-punk, per poi passare alla più ravvivata ed elettrica Never Stop The Dance. Molto piacevole è anche la più morbida We Have No Time, dal suono neo-wave, mentre la successiva Skies (finora la più apprezzata anche dai fans in rete), sensuale e melodica, ma dal basso travolgente, è più riconducibile a un suono minimal sofisticato, di derivazione tedesca. Molto bella (personalmente la migliore) è l’accurata In My Cold Room, dalle atmosfere romantiche create da una chitarra chiara e vivace, cui segue un’altra traccia più ballabile ed eccitata come Two Rums (I Miss You) Four Rums (I Lost You) per tornare, di nuovo, con Stranger a una sonorità più cupa e nostalgica, piuttosto ’80s. Penultima è la seriosa ma di amabile spessore elettronico I’m In Space e, per finire, l’esangue title-track Dream, con evidenti richiami alla darkwave più cava e appassionante.

Dream è un disco che non va solo ascoltato, ma soprattutto “sentito” per essere apprezzato e per comprenderne le tante vene sottopelle. Solo così, attraverso i bravissimi Geometric Vision, ci possiamo rendere conto di quanto la musica più oscura e profonda esiste ed è sempre ben valutata, lontana e mai contaminata dalle logiche di mercato. E ciò a dimostrazione che il genere continua a evolversi con i tempi perché non vuole restare imbrigliato nelle sue stesse tenebre. Per chi non ha tempo, calma e passione a sufficienza da potervi dedicare, c’è sempre l’ennesimo disco di Lady Gaga. Noi altri, invece, aspettiamo il prossimo dei Geometric Vision!

Line up: Ago Giordano (voce, synth, drum-machine), Roberto Amato (chitarra), Gennaro Campanile (basso).

Gaetano Cuomo