THE LOW SPIRITS
“Gonna Make You Cry / Shadows Of Your Mind”
(Calico Wally, 2021)

I Low Spirits provengono da Rochester (New York) e rispondono ai nomi di Richie Dejohn (basso), Michael Maier (voce), Zachary Koch (batteria), Ryan Moore (chitarra, organo). Esordiscono in piena “pandemia” (16 luglio 2021) con un singolo (Gonna Make You Cry / Shadows Of Your Mind) su Calico Wally di magistrale fattura (450 copie in vinile bianco con tanto di insertino e liner notes di Greg Prevost). Due perle garage allo stato puro, melodico, nostalgico e sognante, oltre che intriso di acido, che in Gonna Make You Cry, dal timbro di voce decisamente femminile, si fa anche spettrale grazie all’apporto del Farfisa. Dopo una pausa durata più di un anno ritornano in pista nel 2023 con altri due singoli di matrice sempre garage ma a noi più prossimo, a volte tingendosi di “neo” altre di venature paisley. Cosa dire, non ci resta che aspettare l’album.

Salvatore Lobosco

 

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STRAWBERRY FIELDS (A trip with Merrell Fankhauser)

MERRELL FANKHAUSER
“The Maui Album”
(Maui Music Recording, 1967)

Nel 1974 Merrell Wayne Fankhauser, Mary Lee (violinista e girlfriend), Jimmy Dillon (chitarra), Ollie Ignacio (basso), Steve Meese (piano) e Billy Berg (batteria), registrarono nell’arcipelago hawaiiano di Maui, The Maui Album, primo lavoro solista del songwriter del Kentucky. Lo spirito d’avventura che accompagnava l’ensemble aveva lo stesso “sense” delle community hippy post Summer of Love e post Woodstock, uno stile di vita ad ampio respiro con la natura, zenit lucente di utopistiche velleità. Il disco conteneva 11 brani, alcuni fra questi appartenenti al repertorio dei MU (band fondata da Fankhauser nel 1969) ma differenti dalle versioni originali, influenzati dai Byrds, dai Fairport Convention, dal folk-rock e dalla psichedelia, genere del quale a posteriori è stato considerato, specie dalla critica europea, una delle figure chiave; momenti arricchiti dal suono del mandolino, del bottleneck, della tenor guitar a 4 corde e del mellotron, un manufatto estatico-spirituale, pace e amore, in sintonia con il paesaggio che lo circondava. Merrell e il resto della Maui band continueranno a comporre privatamente fino al rientro del cantante/chitarrista negli States (California) a fine anni ’70. The Maui Album sarà oggetto di ristampa nel 1988 su LP (Reckless Records) e nel 1997 su CD (Subliminal Sounds Records con il titolo Maui) rispettivamente con l’aggiunta di 4 e 8 bonus tracks registrate con una nuova line up e diversa copertina.

Luca Sponzilli

 

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THE DEVILS
Let The World Burn Down
(Go Down Records, 2024)

L’atteso nuovo disco dei The Devils, seminale duo partenopeo formato da Gianni Bacula (voce/chitarra) e Erika Switchblade (voce/batteria), licenziato dalla Go Down Records a distanza di tre anni dall’ottimo Beast Must Regret Nothing, non ha deluso le aspettative. Let The World Burn Down, letteralmente “lascia che il mondo bruci”, titolo che fin da subito evoca leitmotiv micidiali e poco rassicuranti, consta di 10 tracce influenzate dal viscerale Mississippi blues, da Bo Diddley, dal soul anni ’50/’60 e dai sulfurei riff chitarristici dei ’70. Due cover, Big City Life di Cleo Randle e Teddy Boy Boogie dei Crazy Cavan ‘N’ The Rhythm Rockers evolutasi con la voce di Erika in Teddy Girl Boogie, in interazione con i diversi stili/episodi come, ad esempio, l’oscuro stoner di Divine Is The Illusion, le micidiali cavalcate hard di Roar II e Shake’ Em, l’infuocato space-rock à la Monster Magnet di The Last Rebel o gli ZZ Top “corretti e rivisitati” in Horror Desire (altro punto a loro favore). Anfetaminici e ad altissimo voltaggio elettrico, misantropi ma dotati di un forte sex appeal, inutile negarlo, nella loro proposta musicale resta intatto l’acro sapore, il primordiale spirito e la violenza ancestrale del rock’n’roll. Come il precedente velleitario lavoro, Let The World Burn Down è (co-)prodotto da Alain Johannes, polistrumentista californiano già in console, tra gli altri, per QOTSA/PJ Harvey/Chris Cornell. Naples Still Burnin’.

Luca Sponzilli

 

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