PINHDAR
“A Sparkle On The Dark Water”
(Fruits De Mer Records, 2024)

Esattamente un triennio dopo gli unanimi consensi del bellissimo Parallel, il nuovo album, A Sparkle On The Dark Water, consolida le più attendibili previsioni rivolte verso il duo milanese, ottimo esempio di continuità rinnovata, con uno stile meno rarefatto e più policromo. Senza rinunciare del tutto alla malinconia introspettiva del precedente albo, i Pinhdar, attraverso i loro dieci episodi, preferiscono toni più accattivanti orientandosi di volta in volta sulla scelta degli argomenti. Il risultato è un concept dalle significative e profonde liriche, con un lato oscuro, velleitario e attuale. Cecilia Miradoli e Max Tarenzi si rivedono nelle loro esperienze e sensibilità artistiche esplorando con versatilità il “sense/no-sense” della natura umana. Quanto alla musica, il riferimento principale sono i Massive Attack di 100th Windows ma con un approccio più variegato, psichedelico (la Floydiana Murderens Of A Dying God e la più lisergica At The Gates Of Down), dalla vaga forma pop (In The Woods) o riconducibili al maestro Gabriel (Home). L’arcana Cold River e il singolo Humans possono far pensare al dark dei ’90, la virtuosa Little Light al revival indie, Abysses è un trip emotivo velato d’ottimismo. Affascinante, inesorabilmente attraente, A Sparkle On The Dark Water, nella sua classe/ispirazione, è semplicemente un disco bello-bello, consigliato, da tener ben stretto e meritevole delle cinque stelline.

Luca Sponzilli

 

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