The Who
“Live At Shea Stadium 1982”
(Mercury Records, 2024)

Questa recente doppia ristampa audio del DVD/Blu-ray set del 2015, Live At Shea Stadium 1982, comprende il secondo spettacolo tenuto dagli Who il 13 ottobre 1982 nello storico stadio di New York. Presentato come il loro addio dalle scene, il tour di quell’anno vide il gruppo promuovere It’s Hard, un disco conflittuale e controverso in cui il gruppo tentava di restare disperatamente a galla nel nuovo decennio. La performance catturata durante questo show, tenuto nella prima parte della tournée da settembre a dicembre, vede il gruppo di Pete Townshend proporre interessanti esecuzioni del nuovo materiale come la stessa It’s Hard, Dangerous, Cry If You Want e la splendida Eminence Front. La band si appoggia sicura ad una teatralità rock da arena tipica di fine anni ’70 e inizio anni ’80, arricchendola con letture muscolari di standard degli anni ’60 come Substitute, I Can’t Explain, Pinball Wizard, See Me Feel Me e un’inaspettata Tattoo.

Va ricordato che in questo periodo gli Who cambiavano la loro scaletta ogni sera, presentando un sacco di canzoni diverse, durante il tour, in modo che suonassero fresche. Trovano quindi anche il tempo di stupire proponendo un breve set da Quadrophenia con I’m One, The Punk And The Godfather, Love, Reign O’er Me e Drowned, che si trasforma in un’ottima jam, o ripescando fulminanti versioni di Young Man Blues e Summertime Blues. Nel complesso, gli Who suonano sorprendentemente coesi, mostrando enfasi e vigore in classici come Baba O’Riley, Behind Blue Eyes, Naked Eye e Who Are You che smentiscono il pregiudizio e la convinzione secondo cui erano allo stremo e spenti con Kenney Jones alla batteria dopo la tragica dipartita di Keith Moon.

Aiuta non poco, nella riuscita delle singole esecuzioni, anche il fatto che i musicisti dimostrino un senso dell’umorismo generale e voluto tendente a sdrammatizzare il tutto. Il concerto si chiude infatti con un bis contenente I Saw Her Standing There e Twist And Shout, un allegro omaggio ai leggendari concerti dei Beatles in questo luogo storico nel 1965 e nel 1966 che chiudono una performance energica e vivace di una band che all’epoca era stata dichiarata morta.

Marco Galvagni

 

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