ANTONIO ANDRISANI
"Andrisanissima"
(Cacca Dischi, 2014)

Antonio AndrisaniNon lasciatevi trarre in inganno dalla copertina a caratteri cubitali e cubisti e nemmeno dall’art work “rotelliano” del libretto interno. Andrisanissima è l’opera prima di Antonio Andrisani, che sicuramente alcuni di voi avranno intravisto a cinema, nel ruolo del prete interpretato nel film di Papaleo “Basilicata Coast To Coast”, dal momento che Andrisani è anche e soprattutto attore, regista e sceneggiatore. Ma se il volto non vi è nuovo, lo stesso non può dirsi per le sue doti canore, anche se il vero debutto musicale per questo originale artista materano era già avvenuto qualche anno fa in duo come Heroscimmia. Per il suo sarcastico debutto Andrisani ha pensato bene di farsi accompagnare musicalmente dalla complessa leggerezza pop del salernitano Francesco Frencio Fecondo, già Vidra e Frencio & Masi. Lo stile di Frencio qui si consolida, crescendo e maturando, la sua alchimia e interazione con i giochi di parole, il nonsense e la critica sociopolitica dei testi di Andrisani registra un passo in avanti, secondo me, anche rispetto all’album della coppia Frencio & Masi e fa della sintesi la sua cifra stilistica. Il suo insomma, una volta cesellato i suoni, è quasi più un lavoro di sottrazione che di aggiunta, ma con aperture non trascurabili a momenti jazz e addirittura lounge.

L’Apocalisse che apre Andrisanissima poteva benissimo essere l’hit dell’estate dell’85 grazie a un motivetto che s’incastra subito e a neologismi pseudofilosofici come “si cosmicamoreggia / si baffobanfeggia / per non pensarci / si troppeggia”. Kolossal, dal quale è stato tratto il primo video che ha anticipato l’uscita del disco, ha una base techno ante litteram e guizzi cineandrisani “più che fare cinema / indipendente / recitiamo / indipendentemente / dal cinema”, mentre Tutto Ciò Che Ruota poteva benissimo trovare un posto in un album di Max Gazzè e vede la partecipazione di Michela Coppola alla viola, che cura anche gli arrangiamenti. “Noi soli / che abbiam perduto / il nostro amore / e ci chiediamo come sta” sono i versi contenuti invece in Canzonissima, uno dei brani migliori del disco, con l’incursione jazz della tromba dell’ospite Fabrizio Bosso nelle trame elettroniche di Frencio. Non manca nemmeno un simpatico omaggio al grande Mario, Convertino, autore di tantissime copertine di dischi negli anni ’70 e uno nostalgico alla Rai in X-Rai appunto, su una bella e riuscita base di chitarra e synth di Fecondo, “la Rai / un raggio che / ci guardava dentro”, stavolta in collaborazione con David Belfiore.

Questo disco di Andrisani ha il pregio, tra gli altri, di averci fatto capire, se ce ne fosse stato bisogno, che gli anni ’80 italiani sono stati forse un decennio musicale più complesso e articolato di quanto ci sembrò di capire all’epoca, vivendoli. Andrisanissima, per concludere, mi sembra un ottima partenza per un futuro, se il nostro istrionico Andrisani vorrà, nel mondo della canzone italiana e, per Francesco Frencio Fecondo, una piacevole riconferma.

Giuliano Manzo