FLUSSI 2015
(Avellino, 26-30 agosto 2015)

Flussi 2015 2
FLUSSI 2015

“Sono materialista perché non credo nella realtà”

(Michel Foucault)

Samuel Kerridge
SAMUEL KERRIDGE

È questa la citazione che campeggia nella home page del sito di Flussi, l’international media arts festival, giunto al suo settimo compleanno. Ed è proprio l’idea di “ritorno del reale – ritorno al reale”, che tanto sarebbe piaciuta al buon Michel, a caratterizzare l’edizione del 2015. Un “realityvism”, un realismo radicale che sfocia nel materialismo più esasperato, a cui si può sfuggire solo grazie a buone dosi di cultura ed arte. In programma dal 26 al 30 agosto scorso, il festival è stato ospitato, ancora una volta, da alcuni dei luoghi più suggestivi del centro storico avellinese. Tre palchi, ubicati tra la Casina Del Principe (ESP Stage), la sala del Teatro Carlo Gesualdo (Indoor Stage) e la terrazza del teatro stesso (Main Stage e all’occorrenza ESP Stage Special), su cui si sono alternati artisti nazionali ed internazionali, in una perfetta fusione tra musica, workshops, installazioni e screening.

Pronti via, ed è l’indoor stage a dare inizio allo spettacolo “elettronico”, in tutte le sue forme, con la performance di Herman Kolgen. L’artista canadese, “scultore audiocinetico” tra i più apprezzati nella scena internazionale degli audiovisivi, ha proposto al pubblico, in anteprima, un trittico audiovisuale: Seismik, Dust e Aftershock. Un viaggio visionario, attraverso immagini e suoni dal sapore catartico. Nella stessa serata, quella del 26, sull’ESP Stage Special si sono alternate le atmosfere ironiche e dada dei Jealousy Party e quelle emozionali dei SenderFlos, a coronamento di una prima giornata davvero interessante. Il pomeriggio seguente, invece, è stato inaugurato l’ESP Stage della Casina Del Principe, da sempre dedicato alle sperimentazioni più interessanti ed agli artisti emergenti. Ad esibirsi sono stati, nell’ordine dei quattro giorni: i White Noise Generator, Alessandra Eramo e le sue sperimentazioni vocali, il leggendario John Duncan, i Radford Electronics, Michael Vorfeld, l'”umanimalistico” Dave Phillips. Ed ancora: Andrzej Zaleski & Aspec(t), lo spettacolo della solista vocale Ute Wassermann, Erikm, Vincenzo Giordano, Mariano Sibilia, Mogano, The Delay In The Universal Loop, NISE, E-cor Ensemble e la performance conclusiva, di domenica 30, del maestro Elio Martusciello. Tanti nomi di assoluto valore, quindi, impegnati sull’ESP Stage; ma è sul Main Stage che si fa decisamente sul serio.

NHK’ Koyxen
NHK’ KOYXEN

La sera del 27 è stato NHK’ Koyxen a rubare la scena. L’artista nipponico, tra i più innovativi produttori di musica elettronica, ha rapito il pubblico grazie all’energia della sua dance-oriented. Prima di lui, hanno suonato gli ottimi Gondwana, Janek Schaefer e Leafcutter John. La serata di venerdì 28, probabilmente, è stata quella che tutti aspettavano. La terrazza del “Gesualdo”, infatti, ha vissuto ben quattro performance di assoluto livello. I primi ad esibirsi sono stati gli Ossatura. Il trio italiano, composto da alcune delle maggiori personalità della musica di ricerca nostrana, ovvero Fabrizio Spera, Elio Martusciello e Luca Venitucci, ha dato un saggio della propria arte, confermandosi uno dei gruppi più importanti di musica d’avanguardia del belpaese. A seguire, una delle esibizioni che ho preferito, ovvero quella di Giulio Aldinucci. Suggestiva, sognante, mistica: il giusto rapporto fra vibrazioni sonore e proiezioni. Tocca poi ai Retina.it e l’asticella del termometro sale di brutto. Il duo napoletano, composto da Lino Monaco e Nicola Buono, distrugge tutti gli schemi fissi di questa triste realtà, portando lo spettatore-ascoltatore ad un livello di godimento superiore. Terra bruciata, a proposito di distruzione, per la star della serata. L’inglese Samuel Kerridge, originario di Manchester, non tradisce le attese. Una vera macchina da guerra, una potenza sonora fuori dal comune: non mi stupirei di trovare la dicitura “heavy metal” (forse impropria, ma chissà …) sotto la voce “genere”. Una serata incredibile, che spiana la strada alla solenne performance “laser” di Edwin Van Der Heide, di sabato 29. Prima di lui, la brava Mia Zabelka, i concreti John Chantler & Stefano Tedesco e il “Peter Pan” TokTek. Domenica 30, chiudono la terrazza del “Gesualdo”, e il festival, che nel frattempo ha visto il Main Stage trasformarsi, di nuovo, in ESP Stage Special, le proposte di Caterina Barbieri, Drøp & Fax, Petit Singe e gli assalti sonori di Luciano Lamanna.

Come ogni anno, Flussi si conferma di gran lunga uno dei migliori festival di musica elettronica a livello nazionale, nonché uno dei più interessanti oltre i confini nostrani. La redazione di Frastuoni ringrazia l’associazione Magnitudo e tutto lo staff per l’accoglienza. E ricordate: il miglior Flussi è quello che deve ancora venire.

A presto!

Gerry D’Amato