AMYL AND THE SNIFFERS
“S/T”
(Rough Trade / ATO, 2019)

Inseriti nel nuovo corso legato alla scena Garage in fermento negli ultimi tempi per l’eccellente qualità delle proposte e che sta attingendo nuova linfa vitale grazie a band quali The Jackets, Reptile For Andromeda, Wolfmanhattan Project, dopo una manciata di singoli fanno il loro debutto su album Amyl And The Sniffers, quartetto Australiano proveniente da Melbourne. Ma rispetto alle formazioni sopra citate dedite al Culto del Fuzz ed al Blues viscerale il combo capitanato da Amy Taylor è sicuramente un gruppo Punk. Seppur le reminiscenze detroitiane sono ben evidenti, questi sniffatori (!) ricordano pittosto gli X dei primi tre album e gli X-Ray Spex di “Germfree Adolescents” soprattutto per la loro spiccata vena Rock’N’Roll. Gli undici brani che compongono l’omonimo disco sono tutti brevi e diretti nel più classico stile ’77 e solo in due occasioni sforano i tre minuti di durata. Attitudine che trova conferma anche nelle liriche dei testi nonché nell’incuranza arrogante delle loro esibizioni. I videoclip piuttosto provocanti o provocatori sono al limite della censura … we’re out for fun buy me a drink and my eyes glaze over … ma aldilà dell’immagine va sottolineata l’ottima tecnica compositiva; basti ascoltare Some Mutts (Can’t Be Muzzled) per rendersi conto che non ci troviamo di fronte all’ennessimo gruppo che gioca agli anarco-nichilisti. I riff aggressivi delle chitarre di Dec Martens sono treni che deragliano su binari in fiamme … Life ain’t a bitch, it’s a lover or a friend; la ritmica del basso-batteria suonati rispettivamente da Fergus Romer e Bryce Wilson contribuisce a sbrandellare il tessuto sonoro che senza fronzoli ha la capacità di catturare letteralmente l’ascoltatore. Quelli della Rough Trade l’han vista lunga su questa produzione/distribuzione e personalmente la release mi ha ripulito completamente la testa dopo tanto piattume. Disco consigliato senza mezzi termini lontano da modernismi post-software e per chi cerca l’ebbrezza del movimento pur restando fermi. Speriamo solo di trovarli presto in una data italiana. Punk’s not dead!

Luca Sponzilli