NATIVE HARROW
"Old Kind Of Magic"
(Loose Music / Goodfellas, 2022)

I Native Harrow sono un duo inglese che vede la giovane cantante Devin Tuel affiancata dal geniale multistrumentista Stephen Hams. Diciamo subito, per stigmatizzare il loro genere musicale, che le loro composizioni anche in questo nuovo Old Kind Of Magic (uscito il 28 ottobre 2022) si dipanano lineari e leggiadre, senza scossoni di sorta, nell’ambito – in linea di massima – di uno squisito folk-rock indie, arioso e pastorale, dalle radici tipicamente britanniche e con un mood vagamente psichedelico. Old Kind Of Magic è il loro quinto album, il terzo per Loose Music dopo Happier Now (2019) e Closeness del (2020). Prima c’erano stati Ghost (2015, autoprodotto) e Sorores (Canyon Lady Records, 2017).

A marchiare a fuoco anche Old Kind Of Magic è la voce chiara e trasparente ma calda nello stesso tempo di Devin Tuel, che le ha fatto guadagnare accostamenti stilistici anche con esimie ugole femminili come Laura Nyro e Karen Carpenter. Aggiungiamo che la purezza e cristallinità delle sue performance vocali in questo nuovo disco ci hanno riportati alla memoria in episodi come I Remember persino la grande Joan Baez.

Il folk rock britannico ha consegnato alla storia della musica del ‘900 band innovatrici, oggetti di culto ancor oggi nei duemila, come Fairport Convention, Steeleye Span, Pentangle etc …: i Native Harrow appaiono tra i combo musicali contemporanei più attendibili nel conservarne la memoria e lezione artistiche pur contaminandole con parsimonia con elementi musicali di diversa provenienza (soul, psichedelia) come già sottolineato in precedenza. È ciò che succede in episodi come I Was Told, Old Kind Of Magic, Song For Joan, Heart Of Love nei quali Stephen Hams ha modo di mettere in luce le sue raffinate qualità di polistrumentista, suonando chitarre, tastiere vintage, harpsichord, arricchendo le pacate atmosfere dei brani di una sorprendente policromia sonora.

Si aggiunga poi che l’album è stato scritto e registrato (come si legge nel comunicato stampa) dopo il trasferimento del duo dall’Inghilterra del Sussex nella Pennsylvania rurale americana: ragion per cui spesso e volentieri emergono nel lavoro umori di roots americaneggianti, avvalorati ad esempio dal frequente impiego di Stephen Hams di una splendida steel guitar. L’eclettismo dei Native Harrow sorprende piacevolmente anche nelle jazzate Used To Be Free e As It Goes e nella presenza avvolgente di uno string-quartet in As It Goes e Long Long Road. Non ci rimane che raccomandarvi caldamente di far la conoscenza di questo duo squisito la cui discografia è ormai corposa, e di purificare il vostro spirito nelle soavi volute folk rock di Old Kind Of Magic.

Pasquale Boffoli

 

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