ROGER WATERS
"The Lockdown Sessions"
(Legacy Recordings, 2022)

Ci ricordiamo di quando in pandemia, chiusi in casa ed annoiati, non sapendo cosa fare abbiamo (ri)scoperto passioni e hobby più diversi? Lo ha fatto anche Roger Waters: la mente artistica di un’intera fase della storia floydiana ha passato il suo lockdown a New York chiuso nel suo appartamento comunicando sporadicamente sui social network con dei video in cui suonava alcuni dei brani classici della sua vecchia band tratti da The Wall e da The Final Cut, quasi sicuramente due degli album più personali ed autoreferenziali che abbia mai scritto. Per Roger Waters, lo sappiamo dallo spettacolo offerto nei suoi concerti, fare le cose in piccolo non è nella sua indole e questi momenti di condivisione con i fan sono stati ripresi, elaborati e son diventati un mini album a tutti gli effetti: The Lockdown Sessions, uscito il 9 dicembre 2022.

“Good evening ladies and gentlemen …”: si inizia con Mother, brano tratto da The Wall, capolavoro del 1979, che qui si veste di una veste più intima in cui le parti corali suscitano immediatamente la pelle d’oca e si intrecciano con la chitarra acustica come in una tela perfetta. Una tela che ricordiamo essere stata tessuta a distanza dai musicisti che hanno collaborato in tempo di pandemia e che, nonostante la distanza fisica, risulta però molto ben riuscita. Si prosegue quindi con Two Suns In The Sunset tratto da The Final Cut, annata 1983, nonché ultimo disco prima dell’era Gilmour. Anche qui si conferma l’atmosfera acustica e oscura che si protenderà poi su tutto quest’ultimo lavoro del musicista inglese.

A seguire troviamo una lancinante Vera/Bring The Boys Back Home, tratta dal già citato The Wall: il brano, a detta di Waters, è stato uno dei più complessi da registrare a distanza per la serie di sovraincisioni presenti e riporta nuovamente alla luce il fantasma del padre del musicista morto ad Anzio durante la seconda guerra mondiale. Avvenimento che ha caratterizzato spesso i temi anti bellici della produzione watersiana che fanno capolino anche qui e nelle dichiarazioni dell’artista: “Mio padre non è mai tornato a casa, ma almeno nel 1944 combatteva più che poteva per difendere la sua casa. Non come adesso. Ora i ragazzi combattono e muoiono nelle guerre coloniali perché qualche ricco stronzo possa arricchirsi. Se fosse per me li riporterei tutti a casa domani.”.

L’epopea pacifista sfocia anche in The Gunner’s Dream, postata sui social per la prima volta in questa versione durante il Martin Luther King’s Day del 2021, e in The Bravery Of Being Out Of Rage, brano tratto da Amused To Death, album solista del 1992, brano scritto all’epoca contro l’amministrazione Raegan ed ora indirizzato nuovamente agli Stati Uniti, luogo in cui Waters risiede da anni, una preghiera per lasciar stare le guerre e tornare a casa: “Ancora sganciare bombe, ancora uccidere innocenti. Gli stessi disgustosi falchi di guerra. Forza America, è il momento di prendere il coraggio e dire basta all’uccisione dei bambini per il proprio tornaconto, basta alle guerre imperiali. Torniamo a casa e mettiamo ordine in casa nostra!”.

È giunto il momento di Comfortably Numb 2022, uno dei brani più noti della produzione artistica dei Pink Floyd, che qui viene stravolto totalmente, scalata in tonalità di LA minore così da garantire una resa più bassa e cupa. Non presenta più i noti assoli di chitarra che vengono parzialmente sostituiti nella sequenza finale da una meravigliosa linea vocale di Shanay Johnson, giovane corista e musicoterapeuta che fa parte della live band del musicista britannico da qualche mese. Tirando le somme questo The Lockdown Sessions è un lavoro molto particolare da ascoltare, sicuramente figlio del momento unico che, nel bene o nel male, abbiamo vissuto tutti. Figlio delle angosce e figlio della paura e delle insicurezze, rimarrà comunque ai posteri come testimonianza dei tempi che abbiamo tutti passato.

Andrea Ghignone

 

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Comfortably Numb 2022

Mother