BEVIS FROND
“An Introduction To The Bevis Frond”
(Fruits De Mer Records, 2023)

Permettetemi di inaugurare con alcune mie considerazioni di qualche anno fa questo excursus sul nuovo retroattivamente prezioso An Introduction To The Bevis Frond pubblicato il 9 dicembre 2023 dalla benemerita mai doma e mai troppo lodata etichetta indipendente inglese Fruits De Mer Records (psychedelia, progressive rock, krautrock, acid-folk, spacerock – and vinyl) guidata, da sempre, dall’infaticabile e incorruttibile Keith Jones, fondata da lui e Andy Bracken nel 2008. Scrivevo più o meno così nel 2019 nel mio libro “Distorsioni Sonore Del Terzo Millennio” (Falvision Editore): “… il britannico Nick Saloman è uno degli artisti che a partire dai primi anni ’80 ha approfondito ed accelerato la trasfigurazione della lezione psichedelica sixties dei maestri d’oltreoceano: Bevis Frond è sempre stato lui e poco altro, nativo di Walthamstow, vivacissimo quartiere londinese. Nick Saloman: artista freak, coraggioso e solerte cantante/compositore/chitarrista animato da un sincero, reale spirito anacronistico, geniale artigiano di una intensa psichedelia tipicamente britannica, attraversata trasversalmente da sottili umori dark e da un fascinoso pathos malinconico”.

Scrivevo ancora: “… per la sua gloriosa Woronzow Records (che dal 1995 accusa inevitabilmente una lunga battuta di arresto), Reckless, Flydaddy e Rubric Records fa uscire tra il 1987 e il 2004 una ventina di dischi dei Bevis Frond registrati tutti in bassa fedeltà, animato da un invincibile spirito indi(e)pendente”. Dopo una significativa sosta di 7 anni, interrotta solo nel 2007 dalla pubblicazione di The Clocks (Blue Matter Records), il già ricco carnet discografico di Saloman è rimpolpato nel 2011 dalla resurrezione della sua Woronzow Records con 3 album e successivamente due con Fire Records, già sugli scudi in passato, tutti di grande qualità (l’ultimo è il notevole Little Eden del 2021): in tutto ad oggi nel 2023 intorno ai 30 album che non smentiscono mai (ma proprio mai) l’elevato standard medio di sempre inaugurato negli ormai lontani anni ’80.

Il critico musicale americano Jason Ankeny (All Music, Rolling Stone, No Depression …) sapientemente ha scritto di Bevis Frond/Nick Saloman come di un pioniere dell’estetica lo-fi dagli ultimi 20 anni del ‘900 a tutt’oggi. Per far quadrare il cerchio artistico di un musicista e songwriter dalla creatività miracolosamente sempre moderna e stimolante anche nel terzo millennio cascano a fagiolo anche le parole con cui il titolato critico musicale americano David Fricke (Rolling Stone) definisce le sopraffine qualità chitarristiche di Saloman, riportate nella cartella stampa di questo nuovo An Introduction To The Bevis Frond: “… devoto a Jimi Hendrix in ogni pezzo ma altrettanto duro e contemporaneo come nelle serrate performances chitarristiche dei Sonic Youth e dei Pixies”.

Dal 2011 Bevis Frond collabora però assiduamente anche con la Fruits De Mer Records che in questo 2023 compie 15 anni: per festeggiarli Keith Jones e la sua label hanno messo mano ad una serie di gustose retrospettive tra cui questa corposa (più di 75 minuti di durata) An Introduction To The Bevis Frond che assembla 13 brani della band di Saloman tratti da varie compilation in CD, vinile, double LP, 7″ EP, 7″ box-set della F.D.M.R. uscite a breve distanza tra il 2011 e il 2023. Gli appassionati e fan dei Bevis Frond che si fossero perse queste release rimarranno assolutamente soddisfatti da chicche che stigmatizzano, se mai ce ne fosse stato bisogno, la celestiale bulimia del tormentato chitarrismo psichedelico di Saloman (in primis l’abbuffata strumentale a 2manici dei 23 minuti di China), il suo sapido classico songwriting e performance vocali sempre emozionanti.

In particolare piacciono le iniziali tre illustri e riuscitissime cover, chiarificatrici delle eclettiche radici sixties del nostro: la blues garagistica Creepin’ Around scritta dal guru garage americano Sky Saxon, tratta dal quarto album dei Seeds Full Spoon Of Seedy Blues accreditato a Sky Saxon Blues Band (1967, GNP Crescendo) dove però appariva col titolo Creepin’ About, la lennoniana ispida Glass Onion dal leggendario White Album dei Beatles (1968, Apple Records); infine la seducente Hard Hard Year degli Hollies, campioni assoluti con Beatles ed Herman Hermits della british invasion più melodica: la song (ne consigliamo un dovuto ripescaggio) era contenuta nel quarto album degli Hollies Would You Believe? (1966, Parlophone). Saloman personalizza le 3 cover in modalità vocali ineccepibili se non commoventi e con il solismo ficcante del suo manico.

Se non bastasse An Introduction To The Bevis Frond regala dopo 13 brani già pubblicati, 3 song demo assolutamente inedite del 2020, ciliegine su una torta già iper succulenta: le fascinose I Killed You In My Dreams e It’s Happening ma soprattutto la favolosa melodica This Sinking Feeling testimoniano con grezze modalità quella intrigante maturità compositiva e lirica di Saloman come songwriter già nota a chi aveva assaporato le due ultime uscite ufficiali di Bevis Frond su Fire Records, la già citata Little Eden (2021) e We’re Your Friends Man (2018). Un augurio e speranza forse scontati ma profondamente sentiti da chi scrive: lunghissima vita ancora a Nick Saloman e Bevis Frond.

Pasquale Boffoli

 

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