Categoria: Recensioni

ANJA HUWE
“Codes”
(Sacred Bones Records, 2024)

Assente dal palcoscenico da quasi tre decadi ed un lustro, la “queen” della Neue Deutsche Welle, Anja Huwe, voce delle X Mal Deutschland, formazione dotata di grande personalità e protagonista del movimento dark, con l’inatteso primo lavoro solista, sembra voler chiudere un capitolo “on hold” dopo l’uscita del gruppo dalla 4AD e le non convincenti

R.E.M.
“Up – 25th Anniversary Edition, 2023”
(Warner Bros Records, 1998)

Up è il primo album dei R.E.M. senza il batterista Bill Berry e quello che in un certo senso ripudia l’eredità del sound dei dischi precedenti. È dominato da tastiere, percussioni in sordina, chitarre sepolte, melodie nascoste e notturne. Solo il singolo Daysleeper trova il gruppo in un territorio sonoro familiare. Ciò che colpisce dell’album

X MAL DEUTSCHLAND
“Schwarze Welt” 7″
“Incubus Succubus” 12″
“Early Singles 1981-1982” LP/CD
(Sacred Bones Records, 2024)

I platter che vado a recensirvi interessano una delle più influenti/originali formazioni post punk degli ’80 legate alla prima corrente del dark. Le X Mal Deutschland, quintetto proveniente da Amburgo e nome di punta della 4AD, agli albori della loro carriera ,incidevano alcuni singoli caratterizzati da un climax teso e da toni epico-goticheggianti, per la

45RPM REVOLVER

THE JUKEEZ “White Liquor+3″ 7” EP (Chaputa! Records) Torbide atmosfere nel 7″ EP White Liquor dei canadesi The Jukeez, trio composto da Juki (voce/fuzz guitar) Oli (basso) e Simon Von Tiki (primitive drums), molto simili nelle sonorità ai nostri Not Moving. Il combo, con all’attivo 2LP e diversi singoli, all’interno delle quattro tracce, due per

V.A.
“Musica Strumentale Degli Appalachi”
(Albatros, 1978)

Album seminale, edito negli Stati Uniti quasi quarantotto anni orsono col titolo Instrumental Music Of The Southern Appalachians (Tradition Records, 1976), ha fatto conoscere musicisti eccezionali altrimenti relegati nei confini delle aree di provenienza. Alla fine degli anni ’70 la ristampa italiana dell’opera a cura della Albatros costituì un tentativo preveggente e meritorio, rimasto purtroppo