BEVIS FROND
“Focus On Nature”
(Fire Records, 2024)

Il primo marzo 2024 è uscito su Fire Records Focus On Nature, il nuovo generoso (come sempre) lavoro in studio dei Bevis Frond alias Nick Saloman: 19 brani per 75 minuti di durata. Questa volta Saloman ha voluto fare le cose in grande: un concept-album ambizioso e imponente, incentrato nei testi sull’ecologia e sui problemi ambientali del pianeta terra come eloquentemente il titolo e le belle immagini floreali fanno intendere e come l’artista aveva da tempo annunciato. “75 minuti di gloriose melodie che mescolano psichedelia anni ’60, folk inglese, il Seattle art-punk dei Wipers, il buzzsaw (aggettivo intraducibile) pop dei Dinosaur Jr e le esplorazioni chitarristiche di Jimi Hendrix”: la Fire Records presenta così in copertina il lavoro.

Certo, di primo acchito si può supporre che siano parole e concetti dettate da un’allettante logica di marketing, ma l’ascolto seguente dei 19 brani del disco fuga tutti i dubbi sulla loro veridicità rivelando un clamoroso stato di grazia compositivo ed espressivo di Nick Saloman: se già lo si poteva toccare con mano nei precedenti We’re Your Friends, Man (2018) e Little Eden (2021) – sempre su Fire Records – in Focus On Nature raggiunge lo zenith e picchi qualitativi ancora più alti. Ancora una volta, a colpire senza scampo sensi ed anima, è un magnetico e carismatico eclettismo dei mood dei brani: dal grunge impetuoso e vibrante di Heat e Jack Immortal ai toni elegiaci di Hairstreaks e Happy Wings, dal folk pastorale di Brocadine alle melodie beatlesiane di Maybe We Got It Wrong e Here For The Other One (anche molto J. Cope come tiro), dalla lenta e lancinante epopea chitarristica neilyoung-hiana di Mr Fred’s Disco (8 minuti) al quasi ’70 punk forsennato di God’s Gift.

E poi le malinconiche agrodolci serenate elettriche di Leb Off, Focus On Nature, la toccante ballata I Can’t Breathe (con tanto di sitar), la drammatica Big Black Sky e la finale tesa Hung On A Wire che dispiega ancora più generosamente il proverbiale dilatato chitarrismo solista hendrixiano di Saloman già profuso a piene mani in tutto il disco. Nick è un polistrumentista: si prodiga in questo disco anche ai keyboards, al dulcimer e al sitar. Ad accompagnarlo, in questa nuova epica avventura, Paul Simmons alle chitarre, Louis Wiggett al basso e Dave Pearce alla batteria + Debbie Wileman (vocals) e il compagno di avventure di sempre Bari Watts (chitarra). La già bulimica discografia di Bevis Frond si arricchisce con Focus On Nature di un ennesimo meraviglioso tassello che stigmatizza la prodigiosa maturità artistica di Nick Saloman, uno degli artisti più importanti e prolifici in assoluto degli anni duemila, capace di metterne a fuoco soprattutto con questo Focus On Nature le più profonde inquietudini e contraddizioni attraverso il filtro di un tormentato personale esistenzialismo.

Recita il testo di Focus On Nature: “C’era un anello di pietra che circondava la mia casa / Nella cupola era incisa un’ala di gabbiano / Quando le orde si ritirarono e mi abbandonarono a me stesso ho ripreso a concentrarmi sulla natura / Arrivò una volpe grigia che salì sulle mie ginocchia / Lui disse che queste belle terre appartenevano tutte a me / Ma ti garantirò l’accesso così potrai vagare liberamente / Per completare il tuo interesse per la natura / Ora gli alberi ondeggiano e frusciano nel vento / L’argilla calda si apre e mi lascia entrare / Non interessandosi di chi sarei potuto essere / Ed esaurisco il mio interesse per la natura”.

Pasquale Boffoli

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