RED MISHIMA 
(Bologna, 15 febbraio 2020)

A livello personale torno sempre ben volentieri al Mikasa, club che mi rievoca momenti di grande intensità musicale e non solo; questa volta sono presente nel duplice ruolo spettatore/redattore per l’esibizione dei Red Mishima, formazione dalle chiare influenze dark-wave legate alla scena degli anni ’80 e con base proprio nel capoluogo emiliano. Per l’occasione presentano il loro omonimo album di debutto pubblicato dall’etichetta svizzera SwissDarkNights, label attualmente tra le più importanti del panorama che propone un certo tipo di sonorità e l’importanza di questa release nonché l’attesa (il gruppo è molto conosciuto da queste parti) la si nota dalla presenza numerosa del pubblico che affolla sin dall’apertura il locale di Via Zago. Il pre-serata è affidato ad una leggenda del beat italiano, Moreno Spirogi voce degli Avvoltoi che ai tempi del revival legato ai sixties avevano dato lustro alla scena neo-psichedelica italiana. Alle 23:30 la band composta da Corinna Barchetta “voce”, Stefano Sissa “chitarra”, Stefano Menghini “basso”, Chiara Tossici “tastiere, synth” e Antonio Altini “batteria” calca il palco e con il lungo intro di Oblivion inizia la performance per un’ora di musica che si conclude con una dedica ad Andrea “Guagno” Guagneli batterista dei Brothers In Law scomparso recentemente. Lo stile del gruppo mi ricorda alcune produzioni dei Cure, delle X-Mal Deutschland, degli Skeletal Family ma è evidente una propria identità personale, moderna e catartica. I Red Mishima ringraziano e la location camaleonticamente modifica il suo aspetto per il cambio format. Barbara mette a posto le sue macchine fotografiche e prima di andar via salutiamo alcuni amici; provo a rubare alcune anticipazioni a Joseph Ripa Asanda, Two Moons/European Ghost, circa le sue prossime produzioni mentre con Valerio Lovecchio patron della SwissDarkNights si parla dell’attuale momento legato ai live. L’atmosfera è rilassata, la serata appena conclusa è andata benissimo e Bologna si conferma un’importante vetrina ma quello che mi ha fatto più piacere è la risposta non solo in termini di numeri ma di partecipazione attiva. E questo fa ben sperare nel futuro.

Luca Sponzilli