THE STROPPIES
"Levity"
(Tough Love, 2022)

The Stroppies sono un quartetto Australiano, più precisamente di Melbourne dediti ad un jangle pop che spazia dal folk rock al noise mescolati con gusto e sapienza. Seppur abbastanza giovani sono già al terzo album, con la recente pubblicazione di Levity uscito il maggio di quest’anno, edito dall’etichetta inglese Tough Love Records e distribuita dall’italiana Goodfellas.

Un lavoro di 10 tracce in cui le sonorità si fanno più dirette e meno eteree dei lavori precedenti, le vocalità rimangono dissonanti e sempre fuori fuoco, vedi Pavement e Dinosaur Junior, e le sequenze armoniche sembrano frutto di una esasperata ricerca di originalità a tutti i costi che alla fine non premia.
Il disco però contiene episodi che convincono soprattutto nei brani dalla stesura più semplice. La prima traccia dell’album è The Perfect Crime, accompagnata dal video pubblicato 2 mesi fa, il brano si apre con un loop di coretti su un tappeto di accordi di chitarra ed un semplice pattern ritmico che a tratti ricorda gli americani Strokes. Segue Smilers Strange Politely, forse il brano più riuscito del disco, anche qui siamo in territorio Strokes salvo per la voce che ricorda i primi Flaming Lips. L’incedere del basso nella successiva Material Condition ci porta su sentieri post punk. Segue Butchering The Punchline, un gradevole episodio di psych pop vecchia scuola. In Up To My Elbows sembra di ascoltare i Cure di Boys Don’t Cry. Il riff catchy della conclusiva The Bell lascia il segno.

Una band che sembra sapere ciò che vuole ma che fatica a trovare la quadra. Un disco dall’andamento ondivago ma con sprazzi di ispirazione che fanno ben sperare sul futuro del gruppo che ha tutte le carte in regola per trovare il suo spazio.

Nino Colaianni