JETHRO TULL
(11 luglio 2022, Teatro Antico di Taormina)

INTRO: Il saggista musicale siciliano Giuseppe Scaravilli è uno dei maggiori competenti italiani in materia Jethro Tull. Sulla band ha scritto un primo libro nel 2018, “Jethro Tull, 1968-1978 – Golden Years” per Europa Edizioni, ed un altro, “La Leggenda del Flauto nel Rock”, sta per uscire per l’editore Officina di Hank. Ha poi pubblicato “Gli Incroci del Rock” (Arcana) e “Crossroads” (Passim Editore) contenente un suo racconto a fumetti sulla storia dei Led Zeppelin. Giuseppe Scaravilli, anche cantante, compositore e polistrumentista della nota band prog siciliana Malibran, da me contattato, ha squisitamente permesso a Frastuoni webmagazine di pubblicare questo suo live report, e di questo lo ringraziamo.

Pasquale Boffoli

 

Il Live Report

Lunedì 11 luglio 2022 vedo finalmente i Jethro Tull – o la band di Ian Anderson – nella fantastica cornice del Teatro Antico di Taormina. Tre anni fa avevo inspiegabilmente mancato l’occasione ma questa volta ho potuto rifarmi, dopo aver seguito i Tull attraverso tutta l’Italia dal 1988 in poi. A Taormina avevo già visto Robert Plant, Van Der Graaf Generator, Deep Purple e gli stessi Jethro Tull nel 2009.

La scaletta mi stupisce: partono con For A Thousand Mothers, giusto come tre anni fa, quando li avevo persi. E subito dopo di nuovo Love Story, come in quell’occasione live. Quindi la “versione prog” di Living In The Past. Suono spettacolare e ottima visuale da dove sono piazzato. Della poca voce di Ian Anderson si sa da una vita, ma va meglio rispetto a qualche tempo fa. Grande mobilità sul palco e suono di flauto sempre spettacolare. Vorrei solo sentirlo di più, è quasi coperto dagli altri strumenti. Sapevo già di preferire il chitarrista Florian Ophale al nuovo Joe Parrish, che fa comunque la sua parte, anche alla voce, pur rimanendo defilato.

Manca l’interazione anche visuale tra Ian e Martin Barre. Eppure Anderson, nonostante l’età, riempie ancora la scena. Molto più di quanto mi aspettassi. Segue l’adrenalinica Hunt By Numbers, Dharma For One (altro brano che speravo fosse in scaletta), con citazione a Clive Bunker. Scott Hammond alla batteria non è un portento, ma neanche male come pensavo. Quindi Clasp, l’estratto dall’album Broadsword And The Beast (1982) che Ian comunica di preferire. Nell’occasione annuncia che il box-set di questo lavoro, con i remix di Steven Wilson, sarà il più ricco tra quelli pubblicati fino ad oggi.

Ecco dunque il primo pezzo dal nuovo disco, Mine Is The Mountain seguita da Black Sunday, Bourée e da una breve pausa. Si riparte con Too Old To Rock’n’Roll: Too Young To Die come tre anni fa, The Zealot Gene, Pastime With Good Company, il terzo e ultimo estratto dal disco nuovo Mrs Tibbets, Songs From The Wood, Aqualung nella versione sinfonica, Locomotive Breath, Dambusters March e la registrazione di Cheerio. Qui i musicisti vengono presentati uno per volta dalla voce “fuori campo” di Anderson, che infine ricompare di persona per raccogliere un meritato applauso. Stranamente in questa occasione lui non ha mai utilizzato la chitarra acustica.

Avrei potuto conoscere in anticipo la scaletta sbirciando sul web, ma avevo evitato di proposito, per riservarmi la sorpresa. E sorpresa è stata, ripeto. Mi aspettavo un mesto addio, e invece me la sono proprio goduta. Forse il Teatro Greco di Taormina, e l’impossibilità di utilizzare maxi-schermi, hanno reso lui e il gruppo più efficaci. Peccato io abbia mancato la precedente occasione live nel 2019, dopo aver scritto un libro sui Jethro e un ampio capitolo riguardante loro su un altro. Ho aggiornato infine il mio nuovo, secondo libro sui Jethro Tull “La Leggenda del Flauto nel Rock”, che sta per uscire per l’editore Officina di Hank, con qualche nota su questo show.

Giuseppe Scaravilli

 

Jethro Tull At Locket, luglio 2022

Locomotive Breath, luglio 2022

Aqualung, luglio 2022

Jethro Tull Official

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