JOHN MAYALL
"The Sun Is Shining Down"
(Forty Below Records, 2022)
Il blues salverà il mondo: John Mayall lo sa e continua la sua “blues crusade”. Con la saggezza maturata in quasi novant’anni di vita, di cui ben 66 tra palchi e studi di registrazione, se ne esce di nuovo con un disco di blues duro e puro, di quelli da sentire tutto di un fiato, magari in vinile, seduti su una poltrona e con un buon sigaro tra le labbra. Con The Sun Is Shining Down, uscito a primissimo inizio 2022, il buon vecchio Leone di Manchester dimostra che nella musica l’età è solo un numero e che, attorniandosi come sempre di una notevole rosa di ospiti illustri tra i quali spiccano nomi come Mike Campbell e Scarlet Riviera, lui il blues lo sa ancora suonare.
L’album si apre con un perfetto shuffle da locale di Chicago: Hungry And Ready è spettacolare, Mayall ha ancora fiato, la voce è precisa e la parte di armonica fa ancora venire i brividi. Mentre il piede continua a battere imperterrito ogni quarto delle 12 battute, parte cristallino l’assolo di chitarra di Melvin Taylor, dritto, preciso e senza fronzoli che prende a schiaffi tutti gli inutili virtuosismi di alcuni chitarristi moderni. Si prosegue con Can’t Take No More con il giovanissimo (classe 1996) Marcus King alla chitarra. Fa un certo effetto vedere un ragazzo così giovane suonare con Sir John Mayall, non uno qualunque, ma colui da cui sono passati nomi del calibro di Eric Clapton e Mick Taylor, mica due sconosciuti qualsiasi. Marcus non si fa prendere da timori reverenziali e il pezzo fila liscio con un paio di assoli tecnicamente ineccepibili e pregno di una sezione di fiati che contribuisce a rendere il tutto molto old school, che non fa mai male al cuore, anzi.
È con I’m As Good As Gone che il vecchio leone si libera definitivamente di ogni inibizione (se mai ne ha avute) e ruggisce con un’aggressività strabiliante per uno che, in altri casi, si potrebbe godere la tanto sospirata pensione. Qui si ha un’atmosfera più da ballad e le sei corde suonate da Buddy Miller si fanno sentire ritagliandosi sempre lo spazio necessario e ideale tra le battute. Tempo di prendere una boccata dal sigaro di cui sopra e il violino di Scarlet Riviera ci coglie alla sprovvista già dalle prime note di Got To Find A Better Way, probabilmente la perla più scintillante di questo The Sun Is Shining Down, in cui si mescolano al blues swing e rhythm’n’blues: colori meravigliosi che ci ricordano il Mayall dei tempi d’oro. Il disco continua a girare e le atmosfere che escono dalle casse sono ancora diverse con Chills And Thrills in cui Mike Campbell non spreca una nota con il suo funk micidiale: Mayall ci mette del suo inserendo anche un ispirato assolo di tastiera prima della parte di chitarra che è letteralmente magistrale, va detto.
In One Special Lady l’ukulele elettrico di Jake Shimabukuro porta un suono unico, caldo e pieno che si armonizza in maniera eccelsa con il resto del suonato, ma è con la successiva A Quitter Never Wins che possiamo ascoltare l’unico brano senza ospiti del disco intero, un pezzo in cui John Mayall è l’attore principale e nel quale i riflettori sono puntati su di lui e sulla sua armonica a bocca che fanno da padroni in questa reinterpretazione del brano di Tinsley Ellis. Siamo quasi alla fine e a iniziare la chiusura del cerchio ci pensa di nuovo il violino di Scarlet Riviera che stavolta in Deep Blue Sea riecheggia su atmosfere country e stringe caldamente come una coperta d’inverno. La chitarra super virtuosa di Melvin Taylor è infilata praticamente in ogni battuta di Driving Wheel che, insieme alla voce, anche qui particolarmente ispirata e alla sezione di fiati rendono grande onore al lavoro blues che fece a suo tempo Roosevelt Skyes. Infine la title track The Sun Is Shining Down in cui John si fa accompagnare da Carolyn Wonderland, chitarrista texana che segue Mayall come chitarra solista dal 2008. Siamo di nuovo davanti ad una piccola gemma: tra le note si sente l’affiatamento dei due. Il risultato è egregio, degna conclusione di un album che ci ha sinceramente fatto emozionare. Grazie John.
Andrea Ghignone
La foto “live” di John Mayall è di Andrea Ghignone.