MEDIMEX
Echo & The Bunnymen, The Cult, Skunk Anansie, Tom Morello, The Murder Capital
(Taranto, 13-18 giugno 2023)

Un’altra edizione di uno dei maggiori festival pugliesi è andata in archivio. Che dire? Si è detto e letto di tutto, certo è che rispetto alle edizioni precedenti con nomi del calibro di Nick Cave, Chemical Brothers, Iggy Pop, Placebo, Kraftwerk, Bryan Ferry dei Roxy Music, ha vissuto un’annata a corrente alternata, funestata sicuramente da enormi problemi di acustica e da scelte stilistiche quantomeno discutibili.

Echo & The Bunnymen è stata purtroppo la band maggiormente penalizzata, da un live, venerdì, inevitabilmente sottotono per i sopracitati problemi al suono. Unico momento davvero degno di nota la indimenticabile Over The Wall, gioiello post punk dall’album Heaven Up Here, da avere rigorosamente originale così come i loro primi 5 album.

Ho saltato per motivi di forza maggiore la serata di sabato con (così mi dicono) grandi protagonisti Skunk Anansie e gli irlandesi post punkers The Murder Capital, la cui musica è stata descritta come “oscura, intensa e introspettiva, con un focus sui temi della vulnerabilità, dell’auto-riflessione e del tumulto emotivo”. Sabato comunque c’è stata conferma dei problemi tecnici della serata precedente.

Sottolineo la grande prova finale nella serata conclusiva di domenica, firmata prima da Tom Morello (ex Rage Against The Machine) e infine dai mitici The Cult. Morello si è mosso con tecnica, arguzia e cultura musicale fra vari generi, passando con disinvoltura dal rock americano alla Springsteen al suo passato rap-metal e proto nu-metal nei Rage Against The Machine, con un’esibizione in crescendo che ha coinvolto tutti fino all’urlo generazionale conclusivo di Killing In the Name e la Power To The People di lennoniana memoria.

Il testimone poi è passato ai Cult. La band di Ian Astbury è salita sul palco con un sottofondo di musica rituale molto suggestivo. Ian come un moderno sciamano ci ha trascinato nel suo mondo musicale, ora rock a tratti tamarro, ora spirituale e attraversato da scosse wave. Partita un po’ in sordina, la band si è poi sciolta con le sue caratteristiche migliori, gli inni sacri e pagani ora sussurrati ora urlati di Ian, la grande chitarra senza tempo di Billy Duffy e la possente ritmica di John Tempesta, pugliese d’origine. La memorabile Rain è stata cantata anche dai lampioni, ma io mi sono esaltato soprattutto su pezzi forse dimenticati come Phoenix. Eppure anche questa sera non sono mancati gli inspiegabili problemi di audio, ma a questo punto non importa. Le emozioni della musica superano tutto.

Dario Nigredo Camasta

 

Foto di Dario Nigredo Camasta

Medimex 2023

Echo & The Bunnymen: Over The Wall

The Cult: Phoenix

Tom Morello

Skunk Anansie

The Murder Capital