BLONDE REDHEAD
“Sit Down For Dinner”
(Section1, 2023)

È uscito il 29 settembre il decimo album di studio dei Blonde Redhead, a 9 anni di distanza dal precedente Barragán. Un disco che ha avuto una lunga gestazione, iniziata nel 2018 e interrotta sia dalla registrazione dell’album solista di Kazu Makino (voce, chitarra, tastiere) Adult Baby pubblicato nel 2019, sia dalla inevitabile pandemia, anche se «this is not a covid record», come ha tenuto a dire Simone Pace, batterista della band in una recente intervista. Il disco è un’ampia riflessione sugli anni che passano, la mortalità, l’amore e la perdita delle persone care.

Il titolo dell’album Sit Down For Dinner fa riferimento al libro di Joan Didion, “L’Anno Del Pensiero Magico”, di cui la title track dell’album riporta una citazione: «You sit down for dinner and the life as you know it ends » (ti siedi per cena e la vita come la conosci finisce), una frase che rappresenta una perdita (Didion si riferisce all’improvvisa morte del marito, accasciatosi dopo che si era seduto a tavola), ma che per il gruppo significa anche convivialità, i gemelli Pace da bravi italiani sanno cosa vuol dire mangiare insieme. Musicalmente è un disco riflessivo, pieno di ganci melodici, un dream pop che porta a viaggiare con l’immaginazione.

L’album si apre con il brano Snowman, cantato da Amedeo Pace (anche chitarra e strumenti vari) su un tappeto di chitarre acustiche e percussioni brasiliane. Poi si prosegue con Kiss Her Kiss Her, cantata da Kazu, un pop sognante con un maestoso arrangiamento guidato dai synth e da percussioni elettroniche. Torna poi Amedeo alla voce in Not For Me, una ballad molto efficace che si basa su un semplice giro di chitarra e su percussioni di sapore sudamericano (architettate dal gemello Simone) in cui il cantante rivela «I really care about you», una dichiarazione d’amore per qualcuno che è lontano. Kazu di nuovo alla voce in Melody Experiment, un brano dalle atmosfere vintage che fonde il pop con la psichedelia elettronica. Si torna alla ballad con chitarra acustica in Rest Of Her Life, mentre la title track è divisa in due parti: la prima è una sorta di spettrale introduzione alla seconda, un pop danzereccio molto ritmato che si fa ricordare a lungo, con Kazu che riflette sulla caducità della vita ma senza particolari drammi, anzi con una certa dose di humour: «I know you’re tired of living, but dying is not so easy» (so che sei stanco di vivere, ma morire non è così facile).

Torniamo alle ballad e torna Amedeo a cantare in I Thought You Should Know, una canzone che ci porta indietro nel tempo con la sua atmosfera seventies. Con Before siamo invece ancora nel pop da cameretta di Kazu, mentre in If, un brano con la batteria di Simone in bella evidenza, suo fratello Amedeo si chiede il perché si sente così legato ad una persona dopo tanto tempo. L’album si chiude con uno dei sui vertici, Via Savona (dal nome della via milanese dove abitavano i fratelli Pace), un malinconico quasi strumentale (Kazu Makino si limita a vocalizzi lungo tutto il brano) che vedrei bene nei titoli di coda di un film. Un grande disco con belle canzoni, una sorpresa inaspettata che si pone come una delle prove migliori nella trentennale carriera dei Blonde Redhead, che entra di prepotenza nella mia lista dei migliori album del 2023.

Mario Clerici

 

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