Up è il primo album dei R.E.M. senza il batterista Bill Berry e quello che in un certo senso ripudia l’eredità del sound dei dischi precedenti. È dominato da tastiere, percussioni in sordina, chitarre sepolte, melodie nascoste e notturne. Solo il singolo Daysleeper trova il gruppo in un territorio sonoro familiare. Ciò che colpisce dell’album
I platter che vado a recensirvi interessano una delle più influenti/originali formazioni post punk degli ’80 legate alla prima corrente del dark. Le X Mal Deutschland, quintetto proveniente da Amburgo e nome di punta della 4AD, agli albori della loro carriera ,incidevano alcuni singoli caratterizzati da un climax teso e da toni epico-goticheggianti, per la
I Nanabang! sono uno dei segreti meglio custoditi dell’underground bresciano, una formazione che esegue una musica dagli arrangiamenti scarni ma evocativi. Andrea Fusari (voce, chitarre, armonica) e Beppe Mondini (percussioni e tastiere) compongono brevi bozzetti sonori, quasi mai superiori ai due minuti, che si rifanno alla grande stagione del pop/rock alternativo degli anni ’80 e
THE JUKEEZ “White Liquor+3” 7″EP (Chaputa! Records) Torbide atmosfere nel 7″ EP White Liquor dei canadesi The Jukeez, trio composto da Juki (voce/fuzz guitar) Oli (basso) e Simon Von Tiki (primitive drums), molto simili nelle sonorità ai nostri Not Moving. Il combo, con all’attivo 2LP e diversi singoli, all’interno delle quattro tracce, due per lato
Per chi negli anni passati ha avuto il piacere di ascoltare musica registrata nelle mitiche musicassette a nastro magnetico C60 da un’ora, o C90 da un’ora e trenta, l’immagine della copertina del libro è molto familiare, mostra infatti una pila di nastri pirata le cui copertine sono decorate con i nomi di alcuni gruppi rock
Native Sons è stato il primo album degli americani Long Ryders e quello che ha stabilito la loro eclettica miscela di influenze targate Byrds/Buffalo Springfield/Flying Burrito Brothers. La band di Sid Griffin ha riciclato letteralmente quelli influssi classici, arrivando a ricreare la copertina di un mitizzato album inedito dei Buffalo Springfield, Stampede, per Native Sons
Ci vuole fegato, e parecchi altri organi interni, per riproporre al mondo la rappresentazione di un immaginario già vissuto, metabolizzato, forse anche evacuato. Si pensa a Tim Burton, ovviamente, ma anche a Terry Gilliam, persino agli invisi Jeunet e Caro. Spingendoci più oltre, come non menzionare Cronenberg ed i suoi “Crimes Of The Future”? Alcuni
La quasi 56enne chitarrista/cantante/compositrice canadese (di Ottawa) Sue Foley è una delle mature ragazze, ormai non più così rare al mondo, che hanno dedicato la loro vita al blues: lei l’ha fatto in modo davvero professionale e attraverso un’intensa attività, incidendo fino ad oggi ben 14 album in studio da quel primo Young Girl Blues
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