INANIS YOAKE
"In A Summer's Silence"
(SPQR, 2021)

La percezione avuta al primo ascolto degli Inanis Yoake è la medesima avuta ai tempi con Come Before Christ And Murder Love dei Death In June, e siccome le gesta del primo corso della “Morte In Giugno” non mi lasciano indifferente, sono andato ad approfondire il gruppo in questione. La formazione è un duo che nasce a Londra nel 2020, composto da Simone Skeleton, DJ/musicista romano, e dalla pianista nipponica Risa Hara. Dopo una prima session autoprodotta in casa durante l’estate la coppia pubblica lo scorso dicembre l’album In A Summer’s Silence, registrato con un parterre di ospiti piuttosto illustri, tra i quali Scarlet West, compagna di Dave Ball (Soft Cell), l’ex Crisis Vaat Dafuq, Llyod James dei Naevus ma soprattutto sua maestà Tony Wakeford, accompagnato per l’occasione dalla sua “signora” Renée Rosen.

Il disco è estremamente suggestivo e lontano da qualsiasi intenzione di uniformarsi ai sogni musicali del momento, tra torpori malsani ed emotività “dark” nel senso più stretto del termine, gli Inanis Yoake, nei 12 brani proposti, trasportano l’ascoltatore in oscure avventure. Le escursioni vocali di Wakeford, presente in sei brani, rimandano inevitabilmente ai Sol Invictus di In the Rain e i plettri argentei sono come l’inquieto soffio del vento prima della pioggia. La radiofonica Captors è una concessione di piacere alle ballate elettroacustiche dai preludi pianistici mentre l’acume inclinazione alle intuizioni esoteriche trova la massima espressione tra gli sperimentalismi di Father, nei tappeti marziali di Hikari (brano cantato da Yuko Tsubame) e nella conclusiva Fallen Star, impregnata nelle tematiche di fondo dell’intero lavoro, dove l’amore è un sentimento così profondo da diventare insidioso.

La stesura finale risulta di grande fascino, nei suoi chiaroscuri In A Summer’s Silence è molto più di un semplice esordio, personalmente è il primo disco che mi sento di consigliare per questo 2021, a conferma delle grandi capacità dei “nostri” artisti e di una scena, quella italiana, in continua ascesa.

Luca Sponzilli